Altre due morti nei penitenziari italiani

Carceri, strage infinita: altri due detenuti si tolgono la vita, silenzio di Nordio e Meloni

72 dall’inizio dell’anno, ieri il terzo nel carcere romano. I sindacati: “Una strage e il governo non dice nulla”. A via Arenula tutto fermo sulla scelta del Garante

Giustizia - di Angela Stella

18 Settembre 2024 alle 17:00

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Carceri, strage infinita: altri due detenuti si tolgono la vita, silenzio di Nordio e Meloni

Sedici settembre: “32 anni, nigeriano, in carcere per reati connessi all’immigrazione clandestina e altro, nel pomeriggio è stato trovato impiccato nella sua cella della Casa Circondariale d’Ariano Irpino. A nulla sono valsi i soccorsi della Polizia penitenziaria e dei sanitari”. 17 settembre: “50 anni, italiano, tratto in arresto il 25 agosto scorso per maltrattamenti in famiglia, ha deciso di farla finita e verso le 6.45 è stato rinvenuto impiccato nella sua cella del carcere romano di Regina Coeli”.

Questo il bollettino di morte arrivato dai nostri istituti di pena attraverso due comunicati della Uilpa Polizia Penitenziaria. Siamo al “72esimo dall’inizio dell’anno. A queste morti, vanno aggiunti i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. Una strage senza fine e senza precedenti che certifica, ancora una volta, il fallimento più totale del sistema carcerario”, ha denunciato il segretario del sindacato Gennarino De Fazio.Il silenzio sostanziale del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sulla crisi sempre più profonda delle carceri non solo preoccupa, ma è da irresponsabili. Servono interventi urgenti e tangibili per deflazionare la densità detentiva, potenziare il Corpo di polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno avviate riforme complessive per reingegnerizzare le prigioni e riorganizzare la Polizia penitenziaria. Siamo a un passo dal baratro”, ha concluso De Fazio.

Hanno commentato la notizia anche il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e la Garante di Roma Capitale, Valentina Calderone: “Ancora un suicidio in carcere, di nuovo a Regina Coeli, ancora in VII sezione. Un uomo di cinquant’anni, arrestato lo scorso 25 agosto, per la prima volta in carcere. In attesa che il Governo faccia qualcosa contro il sovraffollamento, che è certamente concausa di questa terribile sequenza di suicidi (oggi a Regina Coeli ci sono 1168 detenuti per 626 posti regolamentari effettivamente disponibili), torniamo a chiedere la chiusura della VII sezione e la riorganizzazione a Regina Coeli di una sezione di accoglienza degna di questo nome, cui dare spazi e personale qualificato per la prevenzione del rischio suicidario”.

Critico, ovviamente, anche Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone: nel carcere romano “Le celle sono piccolissime e ospitano 2 o 3 persone su un unico letto a castello. Il wc e il lavandino si trovano in una piccola stanza adiacente senza intimità. Le finestre sono più piccole che altre sezioni e dotate di celosie, il che non consente all’aria di circolare e riduce l’ingresso della luce naturale. Solo le celle del terzo piano sono dotate di doccia. In questi spazi così ristretti, le persone trascorrono 23 ore al giorno”.

Per Francesco Petrelli, presidente dell’Unione Camere Penali, “la terribile sequenza delle morti e dei suicidi, due nelle ultime ore, non si interrompe e costituisce il più diretto atto di accusa nei confronti di chi non interviene con misure urgenti ed efficaci che possano portare il necessario equilibrio fra risorse e popolazione carceraria. La deflazione è l’unico rimedio capace di risolvere questa inarrestabile crisi che sta travolgendo l’intera istituzione carceraria con un danno che investirà inevitabilmente lo stesso ordinamento della giustizia penale. Chi si dice garantista e chi ha davvero a cuore la dignità dei detenuti non può consentire questo drammatico scempio”.

Due giorni fa, intanto, l’autorità del Garante nazionale ha pubblicato i dati al 16 settembre 2024 del numero dei detenuti presenti nelle carceri italiane: 61.840 persone su 46.929 posti disponibili, con un indice di sovraffollamento del 131,77%. Al 30 giugno 2022, l’indice di sovraffollamento era invece al 115,36% (47.539 i posti disponibili, 54.482 i detenuti presenti); alla data dell’8 giugno 2023 l’indice era del 120,08% (47.704 i posti disponibili, 57.284 i detenuti presenti). In questo ennesimo momento di grande criticità per le nostre carceri, sarebbe assolutamente necessario che il Governo accelerasse nella selezione del presidente del Collegio del Garante, dopo la prematura scomparsa di Felice Maurizio D’Ettore. La prassi prevede prima dei colloqui a Via Arenula e poi il parere delle commissioni giustizia di Camera e Senato ma al momento non si vede nulla in calendario.

18 Settembre 2024

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