Il comunicato dei penalisti
Sulle carceri il governo la smetta di prendere in giro i cittadini
Giustizia - di Redazione Web
L’unione delle Camere plenarie ha assistito all’ennesimo rinvio per la proposta di liberazione anticipata speciale e a nessuna apertura su possibili misure contro il sovraffollamento. Anche l’ulteriore monito del presidente della Repubblica, formulato nel corso della cerimonia del ventaglio, affinché il carcere non sia “il luogo in cui si perde la speranza”, è caduto nel vuoto. Le risposte fornite dal sottosegretario alla Giustizia, mostrano una indifferenza sprezzante nei confronti delle condizioni nelle quali sono costretti a vivere i detenuti del nostro paese. Anziché da interpreti del ruolo di uomini dello stato, obbligati in quanto tali ad assumersi la responsabilità di quanto oggettivamente accade, ci si è posti nelle vesti di uomini di parte e si sono indicate le omissioni e i ritardi colpevoli di altri governi, senza tuttavia nominare le nuove politiche carcerocentriche, che contribuiscono al disastro attuale.
Uomini di governo consapevoli del proprio ruolo dovrebbero intervenire a tutela della dignità di tutti coloro che si trovano ad operare, secondo le loro responsabilità, con urgenza, per rimuovere le condizioni di illegalità e di contrarietà ai principi della Costituzione italiana, nelle quali i detenuti sono costretti a vivere. Non importa chi abbia determinato quelle condizioni, perché anche chi ha il dovere di rimuoverle è responsabile degli stessi inaccettabili ritardi e delle stesse gravissime omissioni. Il decreto del governo attualmente in sede di conversione in legge è al contrario privo di ogni risposta immediata e di ogni strumento che possa utilmente e con la necessaria urgenza ovviare al sovraffollamento ed al degrado nel quale vivono i detenuti in attesa di giudizio e condannati.
Abbiamo denunciato le condizioni invivibili di troppe carceri e l’atroce ed inarrestabile conteggio dei suicidi, affermando che l’inerzia del governo offende l’impegno di chi opera in quelle realtà con competenza, dedizione e passione ed offende la civiltà della nazione intera che non merita ulteriori condanne degli organismi internazionali e dell’Europa. Continua ad ingannare i cittadini chi vuole fare credere loro che più carcere significa più sicurezza, mentre nessuna pena scontata in quelle condizioni inumane e degradanti rende gli uomini migliori e riduce la recidiva. Solo un carcere umano che rispetta la dignità del condannato lo restituisce ai valori della convivenza e della libertà. Ed è per questo motivo che torniamo ancora una volta a ribadire che i valori della dignità del singolo sono alla base degli stessi valori liberali di chi governa, ricordando che senza il rispetto e la tutela della dignità della persona diviene inutile ogni anelito ed ogni speranza di libertà e di fiducia nell’uomo.