Al Senato colpo di mano sul dl carceri: emendamenti respinti
La destra se ne frega delle carceri: affossata la legge Giachetti
A Montecitorio la maggioranza rinvia ancora la pdl sulla liberazione anticipata speciale e al Senato tira dritto sul dl di Nordio che non incide minimamente sul sovraffollamento
Giustizia - di Paolo Comi

Nulla da fare. Le carceri continuano ad essere uno dei temi più incandescenti all’interno della maggioranza. Le sensibilità al riguardo fra i partiti che sostengono il governo Meloni, soprattutto sul modo di gestire la detenzione, sono quanto mai distanti fra loro. L’unico partito che sulla carta potrebbe avere un approccio più garantista è Forza Italia, ma si trova schiacciata fra Lega e Fratelli d’Italia che vedono con il fumo negli occhi qualsiasi provvedimento che metta in discussione il mantra della “certezza della pena”. Non va mai dimenticato, infatti, che ai tempi di Tangentopoli i leghisti esponevano il cappio alla Camera e i missini tiravano le monetine a Bettino Craxi all’hotel Raphael. Senza considerare, inoltre, che FdI esprime sia il ministro della Giustizia che uno dei sottosegretari, Andrea Delmastro, il quale peraltro ha proprio la delega sulle carcere e sulla polizia penitenziaria.
Le divisioni culturali sono emerse ieri in occasione della discussione in Commissione giustizia al Senato sul dl “Carcere sicuro”, il provvedimento voluto dal ministro della Giustizia per rispondere al gravissimo sovraffollamento delle prigioni italiane. Con un colpo di mano sono stati respinti tutti gli emendamenti. Gli unici due emendamenti sopravvissuti sono a firma di Forza Italia ma riguardano questioni minori. «Abbiamo cercato di favorire quei meccanismi tesi ad umanizzare la pena in casi di grave malattia o di età avanzata, favorendo anche il lavoro di pubblica utilità come alternativa a quello privato per l’affidamento in prova al servizio sociale», hanno dichiarato i senatori azzurri Maurizio Gasparri e Pierantonio Zanettin. Ritirato, infine, l’emendamento sulla semilibertà anticipata. Sempre su proposta di FI è stato approvato un odg che consente ai detenuti tossicodipendenti, con condanne fino a sei anni, di scontare la loro pena agli arresti domiciliari, presso una comunità terapeutica. Durissime, invece, le opposizioni alla decisione di bocciare tutti gli emendamenti: non parteciperanno più ai lavori della Commissione fino al suo arrivo in Aula previsto per lunedì e dove ripresenteranno tutti i loro emendamenti.
«Non ci sono le condizioni per contribuire alla conversione di questo decreto. Un no secco a tutti gli emendamenti delle opposizioni, nessuna apertura nonostante le audizioni, le dichiarazioni iniziali, nonostante la situazione drammatica delle carceri», hanno fatto sapere Anna Rossomando e Walter Vernini (Pd), Ilaria Cucchi (Avs), Ada Lopreiato (M5s) e Ivan Scalfarotto (Iv).
«Sono ancora rimasti al “bisogna marcire in galera”», ha ricordato Rossomando. «Abbiamo 61mila detenuti, quando dovrebbero essere al massimo 47mila», ha sottolineato ancora una volta Scalfarotto. «Con temperature alte, senza un ventilatore, in condizioni pessime, i nostri detenuti – ha aggiunto – sono in sofferenza, anche perché sono condannati alla perdita della dignità». Nel mirino, come sempre, Delmastro. «Quando il sottosegretario dice che è contrario ad ogni decisione che vada contro la certezza della pena, si deve ricordare che questo non significa dormire senza acqua calda, con i topi, con le blatte. C’è un’idea della pena che non è umana e non è a norma della Costituzione», ha quindi puntualizzato Scalfarotto, secondo cui la responsabilità del Parlamento non è solo politica, ma anche “morale”. La polemica si è successivamente spostata alla Camera dove la deputata meloniana Carolina Varchi ha chiesto e ottenuto il rinvio ad altra seduta dell’esame della proposta di legge Rita Bernardini-Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata e che prevede, tra l’altro, un aumento da 45 a 60 giorni dello sconto di pena ogni sei mesi per buona condotta. Varchi ha proposto il rinvio «per ragioni di economia» dato che al Senato è, appunto, in discussione il dl “Carcere sicuro”.
La tragedia si consuma ora: siamo in media al 130% del sovraffollamento, i suicidi sono 58, ma questo numero rappresenta solo l’epifenomeno perché ne sono stati tentati 800 e si contano decine di migliaia di atti di autolesionismo. L’unica misura in grado di incidere subito è la nostra», ha fatto sapere Giachetti, aggiungendo che «il rinvio per l’esame della legge sulla liberazione anticipata è un’insopportabile presa in giro». L’iter di questa proposta era iniziata il 14 febbraio in Commissione. C’era poi stato un primo rinvio e quindi la richiesta da parte della maggioranza di un nuovo rinvio per trovare una sintesi. Dunque, un altro rinvio per le elezioni europee. Arrivata la convocazione del 17 giugno, è stata fatta slittare a ieri, ma nel frattempo è arrivato in Senato il dl Nordio. «Andateci in carcere e sentite che cosa vi diranno i sindacati della polizia penitenziaria, i direttori, i magistrati di sorveglianza, le associazioni di volontariato, gli educatori, gli psicologici. Tutti diranno che la situazione è drammatica. La maggioranza vuol far sì che lo stato di illegalità faccia esplodere la situazione. Mi rivolgo ai colleghi di Forza Italia. State girando la faccia e il vostro voto affonderà questa legge», ha concluso Giachetti. «Impossibile ottenere di più», ha commentato un forzista a microfoni spenti. Ma si era capito.