Il voto in Germania

“Così Scholz ha regalato il 10% all’Afd: vuole la pace ma dà i missili”, intervista ad Angelo Bolaffi

«Le regioni dell’Est in massa per Alternative für Deutschland, metà di questo voto è filo-putiniano. Il cancelliere è di una debolezza infinita. Se si va alle urne i tre partiti di governo scompaiono. Von der Leyen sarà confermata»

Interviste - di Umberto De Giovannangeli

11 Giugno 2024 alle 17:00 - Ultimo agg. 12 Giugno 2024 alle 09:53

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“Così Scholz ha regalato il 10% all’Afd: vuole la pace ma dà i missili”, intervista ad Angelo Bolaffi

L’avanzata dell’estrema destra. Il tonfo del cancelliere socialdemocratico. L’Unità ne discute con Angelo Bolaffi. Filosofo della politica e germanista, dal 2007 al 2011 è stato direttore dell’Istituto di cultura italiana a Berlino. È membro della Grüne Akademie della Böll Stiftung di Berlino e del direttivo di Villa Vigoni “Centro italo-tedesco per l’eccellenza europea”.

Professor Bolaffi, qual è il segno politico prevalente del voto tedesco alle elezioni europee?
I segni sono due. Il primo, come peraltro avevamo anticipato in una nostra precedente conversazione, è che le regioni dell’Est hanno votato in massa per Alternative für Deutschland. Il voto conferma e ingigantisce il fatto che ci sono delle regioni democraticamente arretrate rispetto a quelle della Germania occidentale. L’altro dato rilevante, è la debolezza infinita del cancelliere. Olaf Scholz ha regalato un 10% dei voti alla AfD. Non si può essere un cancelliere in nome della pace e poi dare i missili. O stai da una parte o dall’altra. Se vuoi la pace e stai con Putin, allora voto l’AfD. Se voglio essere atlantista, con Willy Brandt, Adenauer etc, allora dico le cose come stanno. Se sei in mezzo al guado, alla fine affoghi. Non basta. Ultimamente, fare una revisione restrittiva sull’immigrazione, come ha fatto Scholz, non porta da nessuna parte. Anche qui: se dici rimpatriamo tutti, allora finisci per sembrare la copia sbiadita dell’AfD, e allora se sono convinto del pugno di ferro, voto l’originale. Va anche detto che quella sull’immigrazione è la mela avvelenata lasciata da Angela Merkel alla Germania.

Che scenari si aprono per la Germania?
A differenza della Francia, in Germania un cancelliere non può indire le elezioni. I tre partiti di governo se vanno alle elezioni, scompaiono. Spd, Verdi e liberali, cercheranno di tutto per rinviare le elezioni. Penso che anche la Cdu non forzerà più di tanto per andare alle elezioni, anche perché deve scegliere che fare, visto che ha detto che non andrà mai con la AfD, che prospettiva di governo porta avanti? La Germania non è neanche l’Inghilterra dove il Primo ministro, Sunak, scioglie la Camera dei comuni, o come può fare Macron in un regime presidenziale come è quello francese. La Germania è un regime parlamentare, Scholz dovrebbe porre una fiducia costruttiva, cosa molto complicata.

In chiave europea, che ricadute potrebbe avere il voto tedesco?
Verrà rieletta alla presidenza della Commissione Ursula von der Leyen, che tutti dicevano che sarebbe stata scartata perché la sinistra non la voleva o perché, si diceva e scriveva, va troppo a braccetto con la Meloni. Sciocchezze. La verità storica è che, quanto all’Europa, i democristiani tedeschi sono i più europeisti, dal 1948.

C’è da tremare per il successo dell’AfD?
Tremare mi pare eccessivo. Certamente è un segnale molto brutto, soprattutto per quanto riguarda la politica europea verso Putin. Metà del voto dell’AfD è un voto filo putiniano. Rimane questa faglia democratica tra le due Germanie, quarant’anni dopo la caduta del muro di Berlino. Purtroppo, questa cosa rimane e rimarrà a lungo. Non è, come si è sempre detto, una faglia sociale o economica. Quella si recupera. La faglia culturale è la più lunga e difficile da guarire.

11 Giugno 2024

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