Spd ai minimi storici

Europee in Germania, Scholz travolto da Popolari e Alternative für Deutschland non molla: “No a elezioni anticipate”

Politica - di Carmine Di Niro

10 Giugno 2024 alle 15:54

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Europee in Germania, Scholz travolto da Popolari e Alternative für Deutschland non molla: “No a elezioni anticipate”

L’altro grande sconfitta di questa tornata elettorale assieme al presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, non ci pensa proprio a fare come il collega dell’Eliseo. Se infatti il “faro” dei liberali europei ha scelto, con una mossa tanto sorprendente quanto rischiosa, di convocare le elezioni legislative anticipate per il rinnovo dell’Assemblea nazionale il prossimo 30 giugno, a Berlino il leader dei socialdemocratici non si smuove di un millimetro.

I risultati delle Europee in Germania

Eppure dal voto tedesco Scholz è incappato in una “scoppola” senza precedenti, che coinvolte tanto l’Spd quanto il suo esecutivo cosiddetto “semaforo” composto dai socialdemocratici, verdi e liberali.

I numeri parlano chiaro: a trionfare sono stati i conservatori di centrodestra della CDU-CSU, col 30 per cento. Dietro come secondo partito Scholz si è visto scavalcare dall’AfD, l’Alternative für Deutschland neonazista che ha letteralmente dominato il voto nell’ex Germania Est, l’area del Paese dove l’economia va peggio, la disoccupazione è più alta e la questione immigrazione è più sentita: è così che l’AfD ha conquistato il 15,9 per cento dei voti, risultato clamoroso ma comunque più basso dei sondaggi degli scorsi mesi che davano i post-neo-nazisti sopra quota 20 per cento. Un calo recente dovuto a diversi scandali e scivoloni che hanno coinvolto il partito, cacciato dal gruppo europeo di Identità e Democrazia per volere di Marine Le Pen.

Arriviamo dunque all’Spd di Scholz, che con il 13,9% incassa il peggior risultato della sua storia, quasi due punti in meno rispetto al 2019. Ma non va meglio ai partner di governo: i Verdi sono crollati all’11,9 per cento, otto punti in meno rispetto alle trionfali Europee di cinque anni fa. Il Partito liberaldemocratico, terza gamba della coalizione, non è andato oltre il 5,2 per cento. Risultati devastanti in ottica elezione politiche del 2025: la somma dei tre partiti al potere a Berlino si ferma al 31 per cento, in pratica quanto incassato dalla sola CDU.

Scholz che deve quasi ringraziare Sahra Wagenknecht, l’ex vicepresidente della Linke, il partito storicamente a sinistra della Spd, da cui è uscita anticipando una possibile cacciata a causa dei conflitti insanabili all’interno del partito.  Bündnis Sahra Wagenknecht, ovvero “Alleanza Sahra Wagenknecht”, ha ottenuto al suo esordio alle urne il 6,2 per cento, mangiando consenso soprattutto all’AfD nell’est della Germania con la sua ricetta “rossobruna”: di stampo socialista nell’economia e welfare, chiaramente di destra e anche filoputiniana nella politica estera e su temi come immigrazione e diritti civili.

Scholz resta al suo posto

Di fronte a questo scenario, come detto, Scholz non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro e chiamare gli elettori tedeschi al voto. “Neanche per un secondo abbiamo pensato alle nuove elezioni in Germania“, ha detto oggi il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit, rispondendo in conferenza stampa a Berlino. “Il nostro sistema politico è molto diverso da quello francese. Le elezioni sono nel settembre 2025“, ha sottolineato il portavoce dell’esecutivo.

Non solo. Da Scholz è arrivata anche una netta chiusura a qualsiasi ipotesi di un allargamento della “maggioranza Ursula” alla guida della Commissione europea, con l’alleanza tra popolari, socialisti e liberali. Nessuna aperta dunque all’Ecr, ovvero al gruppo di cui fa parte Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, o a ID, dove siede il Rassenblement National di Marine Le Pen.

Il cancelliere ha detto molto chiaramente di ritenere che la Commissione europea debba essere sostenuta da partiti tradizionali. E non ho da riferire un nuovo stato di cose su questo. Quindi questo vale“, ha spiegato il portavoce Hebestreit.

10 Giugno 2024

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