Le parole del giovane

Perché Zaki non sarà ospite di Fazio a ‘Che tempo che fa’, le polemiche dopo i tweet dell’attivista

Ieri i due post - social scritti dal giovane. Le reazioni della politica e dell'opinione pubblica sulla sua presa di posizione. La nota di Nove e l'appello di Luigi Manconi

Politica - di Redazione Web

11 Ottobre 2023 alle 15:56 - Ultimo agg. 11 Ottobre 2023 alle 15:58

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Perché Zaki non sarà ospite di Fazio a ‘Che tempo che fa’

Patrick Zaki non sarà più ospite della puntata di apertura di Che tempo che fa, in onda domenica prossima sul Nove, come in precedenza annunciato. Lo confermano Warner Bros-Discovery e lo stesso Fabio Fazio dopo l’annuncio dato al Corriere della Sera in edicola. “Siccome è scoppiata la guerra in Israele ho cambiato la prima puntata, sto facendo una puntata ovviamente su Israele e Palestina e ho chiesto la cortesia a Elisabetta Sgarbi di spostare di una o due settimane il libro di Zaki – ha spiegato ora il conduttore all’Ansa -. Non aveva senso non trattare l’attualità, visto quello che è successo e parlare di una cosa che è rinviabile di otto-dieci giorni. Tutto qua, siamo già d’accordo così“. Zaki è finito negli ultimi giorni nel mirino delle polemiche per le sue parole su Israele, in particolare per aver definito il premier Benyamin Netanyahuun serial killer“.

Perché Zaki non sarà ospite di Fazio a ‘Che tempo che fa’

Il dibattito sui tweet di Zaki hanno ovviamente scatenato la politica e l’opinione pubblica. “Pensare che Patrick Zaki, dopo le parole intollerabili pronunciate su Israele, possa prendere parte a una serata collaterale del Salone del Libro di Torino lascia sinceramente sgomenti. Auspico che la direzione del Salone, di concerto con il Sermig, decida di annullare l’evento: sarebbe una macchia indelebile per il nuovo corso editoriale“, ha affermato Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d’Italia, in riferimento al primo appuntamento di “Aspettando il Salone” del 17 ottobre. “I tragici eventi in corso, riportati – ha detto Ambrogiopuntualmente e fedelmente dalle cronache internazionali, non ammettono ambiguità: c’è una linea sottile ma invalicabile tra la libertà di espressione e la libertà di odiare, e Patrick Zaki l’ha ampiamente superata. Nessuno può pensare di veicolare frasi e posizioni che strizzano l’occhio ai fondamentalisti islamici di Hamas. Quella di Zaki è una pugnalata al cuore di quell’occidente che gli ha restituito la libertà, spero provi almeno un briciolo di vergogna“.

Le reazioni

Conosco bene il pensiero di Patrick Zaki. Sta con gli oppressi, che non significa fare apologia dei crimini di guerra dei gruppi armati palestinesi. Conosco anche bene lo stereotipo razzista dell’arabo che agisce con doppiezza e che, come arabo, ammicca naturalmente al terrorismo“, ha scritto su X il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury, commentando la presa di posizione, su quanto sta accadendo in Israele e Palestina, da parte di Zaki. Intanto su La Repubblica Luigi Manconi ha scritto una lettera a Zaki chiedendogli il perché l’attivista sia rimasto in silenzio per le vittime israeliane uccise dagli atti terroristici di Hamas.

Il primo tweet

Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l’uccisione di civili. dove possono andare!!!“.

Il secondo tweet

Sono stato e continuerò a essere un fervente sostenitore della causa palestinese e del diritto del popolo palestinese a riconquistare le proprie abitazioni e terre, le quali nel corso della storia sono state violentemente depredate. Le politiche razziste e di colonizzazione del governo di Netanyahu costituiscono la radice dello stato di guerra apparentemente perenne in cui ci troviamo ora, con il tragico risultato della perdita di migliaia di vite civili, tra cui donne e bambini innocenti.

Il mio impegno è da sempre e invariabilmente guidato dalla tutela dell’umanità e dei diritti umani. Non potrò mai avallare né giustificare atti di violenza o omicidi. Al contrario, sostengo con fermezza il diritto della popolazione palestinese a resistere e a difendersi, distaccando tale difesa dalle politiche religiose conservatrici ed oscurantiste di Hamas. Giudicare gli eventi attuali in Palestina senza tenere conto della lunga storia della questione palestinese e delle sue radici, senza inserirli in un contesto storico, equivale a una visione distorta e parziale della realtà.

Questa prospettiva è ingiusta e necessita di una riconsiderazione critica. Il mio sostegno è rivolto al popolo palestinese in difficoltà, alla verità e alla giustizia dovunque esse siano necessarie, e la mia posizione rimarrà dalla parte degli oppressi e di tutti i civili che hanno perso la vita. L’Unione Europea deve usare i suoi principi sui diritti umani condannando la violenza da ambo i lati, bisogna fermare questa guerra e salvare vite umane. Esprimo il mio pensiero e le mie preghiere per gli italiani coinvolti in questo conflitto, con la speranza che possano rimanere al sicuro e riabbracciare presto i loro cari“.

11 Ottobre 2023

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