L'annuncio durante una cena con il premier israeliano
Trump si rimangia la pace in Ucraina, altre armi a Kiev: “Non sono contento di Putin”
L’annuncio dello stop alle forniture di armi da parte degli Usa a Kiev aveva preceduto di poche ore una telefonata tra Trump e Putin, dalla quale però il leader Usa è uscito «profondamente deluso».
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Da “pacificatore” a “riarmista”. A correnti alternate. Gli Stati Uniti «dovranno inviare altre armi» all’Ucraina, perché «devono essere in grado di difendersi». Lo ha detto il presidente Usa, Donald Trump, durante una cena, lunedì, alla Casa Bianca con il premier israeliano, Benjamin Netanyahu. «Li stanno colpendo molto duramente, e dovremo inviare altre armi, soprattutto difensive», ha aggiunto, lasciandosi andare con l’amico israeliano ad un «non sono per niente contento di Vladimir Putin».
Alle parole del leader è seguita la conferma del portavoce del Pentagono Sean Parnell. «Su indicazione del presidente Trump, il dipartimento della Difesa invierà ulteriori armi difensive all’Ucraina, affinché gli ucraini possano difendersi mentre noi lavoriamo per stabilire una pace duratura», si legge nella dichiarazione diffusa sul sito del Pentagono. Secondo Politico, le consegne potrebbero riprendere dopo gli incontri tra i funzionari dei due Paesi a Roma nella conferenza sulla ricostruzione e in Ucraina. L’annuncio dello stop alle forniture di armi da parte degli Usa a Kiev aveva preceduto di poche ore una telefonata tra Trump e Putin, dalla quale però il leader Usa è uscito «profondamente deluso». Mosca ha infatti confermato l’intenzione di non rinunciare ai suoi obiettivi in Ucraina e di non essere pronta ad alcuna tregua.
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Donald Trump ha detto a Volodymyr Zelensky di non essere responsabile del blocco delle spedizioni di armi a Kiev. Lo rivela il Wall Street Journal in esclusiva. Venerdì, secondo il quotidiano, Trump ha informato il presidente ucraino in una conversazione telefonica di aver ordinato una revisione delle scorte di munizioni del Pentagono dopo che gli Stati Uniti avevano colpito i siti nucleari iraniani il mese scorso, ma che non aveva ordinato al dipartimento della difesa di congelare le consegne di armi, secondo fonti informate sulla conversazione. La chiamata è arrivata poco dopo che Trump aveva pubblicamente dichiarato di essere «molto deluso» da Vladimir Putin e di «non aver fatto alcun progresso» su un accordo di pace con l’Ucraina in un’altra chiamata giovedì con il presidente russo. Trump, secondo fonti citate da Axios, ha assicurato l’invio immediato di 10 intercettori per sistemi Patriot e ha promesso di aiutare a trovare altri mezzi di sostegno alla difesa aerea.
La reazione di Mosca è quella che si attendeva: niente toni duri, ma porta aperta al tycoon. «Per quanto riguarda il tipo e la quantità delle continue forniture di armi all’Ucraina da parte degli Stati Uniti, ci vorrà tempo per chiarire la situazione con sicurezza. Continuano a circolare molte dichiarazioni contrastanti», ha affermato il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dall’agenzia Interfax. L’Ucraina chiede maggiori dettagli sull’inversione di rotta delle armi degli Stati Uniti, dopo che ieri sera il presidente Usa, Donald Trump, ha annunciato che le consegne sarebbero riprese solo pochi giorni dopo essere state interrotte dal Pentagono. Lo riporta il Guardian. Il ministero della Difesa di Kiev ha dichiarato in una nota di non aver ricevuto ancora una notifica ufficiale del cambio di politica e che era «di fondamentale importanza» per l’Ucraina mantenere «stabilità, continuità e prevedibilità» nella fornitura di armi, in particolare nei sistemi di difesa aerea. «Siamo grati agli Stati Uniti per tutto il loro sostegno e apprezziamo profondamente gli sforzi dei partner americani volti a raggiungere una pace autentica», si legge nella dichiarazione. Della serie “fidarsi è bene”…ma verificare è meglio. Soprattutto quando si tratta del “presidente-pendolo” Usa.