L'offensiva russa

Ucraina, pioggia di droni e missili russi su Kiev: il “pressing” del Cremlino dopo i proclami di Putin

Esteri - di Redazione

23 Giugno 2025 alle 12:37

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Ucraina, pioggia di droni e missili russi su Kiev: il “pressing” del Cremlino dopo i proclami di Putin

Mentre i media sono concentrati sul Medio Oriente, con l’offensiva israeliane e statunitense che dopo Gaza sta colpendo da giorni anche l’Iran, in Ucraina si continua a morire sotto le bombe russe.

Una vera e propria escalation, col Cremlino che nelle ultime settimane ha intensificato significativamente gli attacchi contro Kiev e le altre principali città del Paese: d’altra i colloqui per arrivare ad un cessate il fuoco sono ritornati ad un punto morto, ottenendo scarsi risultati se non lo scambio di qualche migliaio di prigionieri.

Gli attacchi russi su Kiev

L’ultima offensiva russa è avvenuta poco pochi minuti dopo la mezzanotte su Kiev, vittima di un attacco massiccio con droni e missili: il bilancio provvisorio è di sette morti e decine di feriti, tra cui almeno quattro minori.

L’attacco russo ha colpito edifici residenziali, un centro commerciale e una stazione della metropolitana, causando anche significative interruzioni al trasporto pubblico. Almeno sei persone sono morte nel quartiere Shevchenkivskyi, dove un grattacielo è stato quasi completamente distrutto. Il ministro dell’Interno ucraino Ihor Klymenko ha detto che sotto le macerie potrebbero ancora esserci delle persone intrappolate e che le operazioni di salvataggio sono in corso. “Un altro attacco massiccio alla capitale. Forse diverse ondate di droni nemici”, ha scritto il capo dell’amministrazione di Kiev, Timur Tkatchenko, su Telegram.

“La Russia ha lanciato 352 droni e 16 missili contro l’Ucraina durante la notte. I nuovi attacchi hanno causato almeno sette morti a Kiev e nella regione”, ha scritto sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che proprio oggi è volato a Londra per incontrare il premier britannico Keir Starmer.

Putin e la “conquista” dell’Ucraina

Nuovi raid che arrivano a pochi giorni dalle parole pronunciate da Vladimir Putin nel corso dell’International Economic Forum di San Pietroburgo. Dalla ex “Davos russa” lo Zar cita “un vecchio detto, una parabola”: “Dove mette piede il soldato russo, quello è nostro”.

Dovrebbe essere un modo per rassicurare, per far intendere che Mosca “non cerca la capitolazione dell’Ucraina, ma il riconoscimento delle realtà emerse sul terreno”. Peccato che sia lo stesso Putin a spiegare poco dopo che “russi e ucraini sono un unico popolo e, in questo senso, tutta l’Ucraina è nostra”.

D’altra parte le condizioni di Putin per sedersi al tavolo dei negoziati restano le stesse, irricevibili per Kiev: l’Ucraina “Stato neutrale” fuori da Ue e Nato, ma soprattutto il riconoscimento dei territori unilateralmente annessi dal Cremlino.

di: Redazione - 23 Giugno 2025

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