Il caso delle tre studentesse

Da Gaza all’Italia grazie al Tar: concesso il visto a tre ragazze palestinesi per motivi di studio

Il Tribunale ha riconosciuto che l’attuale situazione nella Striscia di Gaza rende materialmente e giuridicamente impossibile seguire le normali procedure e che dunque le procedure vanno adeguate.

Cronaca - di Angela Nocioni

18 Giugno 2025 alle 12:00

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AP Photo/Abdel Kareem Hana -Associated Press/LaPresse
AP Photo/Abdel Kareem Hana -Associated Press/LaPresse

C’è voluta una sentenza del Tar per permettere a tre ragazze palestinesi della Striscia di Gaza di chiedere un visto di ingresso in Italia per motivi di studio. Il precedente è importante. Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto la domanda cautelare presentata da Yalla e da Legal Aid per conto delle tre studentesse palestinesi seguite dalle volontarie di Watermelon, ciò consente di avviare il procedimento per chiedere il visto per motivi di studio.

Le studentesse, vincitrici di una borsa di studio e pre-iscritte all’Università di Siena, avevano chiesto alle autorità consolari italiane, tramite il gruppo di Yalla Study, la possibilità di presentare formalmente domanda di visto. Ma la loro richiesta era stata incredibilmente respinta dalla sede diplomatica italiana a Gerusalemme. Motivazione del rifiuto: non si potevano avere le impronte digitali a causa dei bombardamenti israeliani e la conseguente chiusura delle frontiere. Il Tar ha invece ritenuto fondato il ricorso. Ha messo i seguenti fermi. Innanzitutto la evidente contingenza eccezionale: il Tribunale ha riconosciuto che l’attuale situazione nella Striscia di Gaza rende materialmente e giuridicamente impossibile seguire le normali procedure, comprese quelle legate alla procura alle liti e alla presenza fisica presso le sedi diplomatiche, e che dunque le procedure vanno adeguate.

Spiega poi il comunicato degli attivisti di Yalla Study con cui è stata data notizia che il Tar ha richiamato “il diritto all’istruzione e all’uso delle tecnologie: data l’eccezionalità del caso, l’istruttoria (compresi eventuali colloqui e documentazione) può svolgersi in modalità integralmente telematica, in virtù del Codice dell’Amministrazione Digitale e dei principi di leale collaborazione. Acquisizione dei dati biometrici. L’ordinanza suggerisce la possibilità di rinviare questo passaggio o di attuarlo in loco attraverso delegati, nel rispetto della sicurezza e della praticabilità operativa. La Flessibilità consolare: il TAR ha riconosciuto la facoltà dell’Amministrazione di assegnare la competenza ad altre sedi consolari, anche solo per singole fasi del procedimento, purché ciò avvenga per giustificato motivo. La decisione, pur non concludendo il procedimento nel merito, impone all’Amministrazione italiana di attivarsi per individuare modalità compatibili con il contesto di guerra, per permettere l’avvio dell’iter di rilascio del visto. Si tratta di una pronuncia che coniuga tutela dei diritti fondamentali, come il diritto allo studio, con l’esigenza di adattare le procedure amministrative alle condizioni eccezionali generate da crisi umanitarie. È un precedente per tutti coloro che chiedono solo giustizia e accesso allo studio”.

18 Giugno 2025

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