Le tensioni in Medio Oriente

Global March to Gaza: bloccata in Egitto la marcia per portare aiuti alla Striscia, arresti ed espulsioni

Circa quattromila partecipanti da oltre 40 Paesi, l'obiettivo della protesta era quello di raggiungere il valico di Rafah

Esteri - di Redazione Web

16 Giugno 2025 alle 16:45

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Members of a humanitarian convoy of at least 1,500 people, including activists and supporters from Algeria and Tunisia, wave Palestinian flags from a bus as the group travels toward Gaza via Egypt’s Rafah Crossing, in Zawiya, Libya, Tuesday, June 10, 2025. Associated Press / LaPresse Only italy and spain
Members of a humanitarian convoy of at least 1,500 people, including activists and supporters from Algeria and Tunisia, wave Palestinian flags from a bus as the group travels toward Gaza via Egypt’s Rafah Crossing, in Zawiya, Libya, Tuesday, June 10, 2025. Associated Press / LaPresse Only italy and spain

Bloccata in Egitto la “Global March to Gaza”, la manifestazione per protestare contro l’invasione e l’offensiva israeliane nella Striscia e il blocco ad aiuti per la popolazione civile palestinese. A farlo sapere gli organizzatori: troppi gli arresti, centinaia gli attivisti fermati dalle autorità del Cairo. Il ministro della Difesa di Israele, Israele Katz, aveva dichiarato di aspettarsi che il governo del Cairo impedisse ai manifestanti di raggiungere il confine con la Striscia. La protesta continuerà prevalentemente online.

Gli organizzatori avevano parlato di circa quattromila partecipanti arrivati da oltre 40 Paesi. L’obiettivo della protesta era quello di raggiungere in autobus la città egiziana di al Arish, nel Nord Est dell’Egitto, e di percorrere 48 chilometri fino al valico di Rafah, la città più grande al sud della Striscia, al confine con l’Egitto. La manifestazione avrebbe dovuto tenersi domenica 15 giugno.

“La Marcia Globale verso Gaza è un movimento civico, apolitico e indipendente. Non rappresentiamo alcun partito politico, ideologia o religione. Rappresentiamo il popolo, in tutta la sua diversità e il suo umanesimo. I nostri unici principi guida sono la giustizia, la dignità umana e la pace”, si leggeva sul sito ufficiale. “Nessuno sta agendo in modo proporzionato alla tragedia. Gaza è affamata, schiacciata, isolata. Non si tratta solo di un sostegno simbolico. Vogliamo fornire aiuti umanitari con una forte presenza civile per creare pressione morale e mediatica internazionale. Se gli stati falliscono, allora la gente deve intervenire”.

 

 

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Centinaia gli arresti, come si accennava, tra questi cittadini statunitensi, olandesi, australiani, francesi, spagnoli, marocchini, algerini. Alcuni erano stati fermati e interrogati già all’aeroporto, altri negli alberghi del Cairo dove alloggiavano, altri ancora espulsi e imbarcati su un volo per Istanbul. Alcuni erano stati rilasciati. La polizia in alcuni casi ha ritirato i passaporti. La delegazione italiana si era opposta alla scelta di alcuni manifestanti di dirigersi verso la città di Ismailia.

“L’attenzione che l’Egitto ha nei nostri confronti si vede dalla polizia dispiegata fuori dagli alberghi dove alloggiamo. Chi ci ospita ci dice se possiamo uscire o meno”, aveva raccontato all’ANSA Silvia Severini, 53 anne di Ancona, in Egitto con una delegazione italiana di circa 40 persone. “Ci chiedono i passaporti, un ragazzo italiano è stato circondato dagli agenti. Stiamo molto attenti a muoverci e lo facciamo sempre insieme. Ci hanno consigliato di togliere i post sui social dedicati a Gaza, perché qui ti fermano, ti prendono il telefono, digitano la parola ‘Gaza’ e se la trovano ti fanno problemi”.

16 Giugno 2025

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