Scontro durissimo

Trump-Musk, è guerra: il presidente minaccia lo stop ai contratti governativi, il miliardario tira in ballo gli “Epstein files”

Esteri - di Carmine Di Niro

6 Giugno 2025 alle 10:16

Condividi l'articolo

Trump-Musk, è guerra: il presidente minaccia lo stop ai contratti governativi, il miliardario tira in ballo gli “Epstein files”

C’eravamo tanto amati, o forse sopportati per reciproco convenienza. Il rapporto tra Donald Trump e Elon Musk, presidente Usa e suo principale finanziatore, tanto da meritarsi la chiamata alla Casa Bianca per guidare il Doge, il Dipartimento per l’Efficienza del governo creato per tagliare almeno 2mila miliardi di spese statali, è definitivamente naufragato.

I due si erano addetti tra sorrisi e persino la consegna della “chiave d’oro” della Casa Bianca solamente pochi giorni fa, quando però erano già note le prime critiche di Musk alla “Big Beautiful Bill”, la legge di spesa firmata dal presidente che farà aumentare aumentare il deficit americano di almeno 3mila miliardi di dollari in 10 anni, il contrario di quanto auspicato dal miliardario di origini sudafricane.

Ma nessuno si sarebbe aspettato il deflagrare di una guerra di tale violenza verbale, via social, nel volgere di pochi giorni. Lo scontro si è giocato a distanza: Trump alla Casa Bianca, mentre ospita davanti ai giornalisti un attonito cancelliere tedesco Friedrich Merz, e Musk sul suo social, X.

Battaglia che nasce quando i cronisti chiedono conto al tycoon delle aspre critiche di Musk, che si era spinto a definire “un disgustoso abominio” la legge di bilancio. Poco prima dell’incontro allo Studio Ovale Musk aveva poi ripescato un  vecchio tweet del 2012 nel quale Trump accusava il Congresso proprio per il deficit: “Non potrei essere più d’accordo”, aveva scritto sarcastico Musk. E citando un altro post ancora più vecchio di Trump, aggiungeva: “Dov’è finito quest’uomo? È stato sostituito da un sosia?”.

Tenere conto degli scambi tra i due è complicato. Trump ai cronisti si dice “sorpreso” e “deluso”, aggiungendo che avrebbe preferito che Musk lo attaccasse personalmente anziché attaccare la legge. “Elon e io avevamo un grande rapporto. Non so se l’avremo ancora”, commenta il presidente.

Lo scontro diventa praticamente un confronto a distanza, con Trump che rivela ai giornalisti che “Elon conosceva i dettagli di questa legge meglio di chiunque altro e non era un assolutamente un problema per lui finché non ha scoperto che rimuoveva gli incentivi per i veicoli elettrici”. Musk replica praticamente in diretta via X: “Falso, questa legge non mi è mai stata mostrata nemmeno una volta, ed è stata approvata nel mezzo della notte così rapidamente che nessuno al Congresso ha potuto leggerla!”.

Quindi il Ceo di Tesla e SpaceX lancia alla sua sterminata platea di followers su X un sondaggio, proponendo di “creare un nuovo partito politico in America che davvero rappresenti l’80% che sta al centro” e rivendicando di aver avuto un ruolo chiave nella vittoria di Trump, grazie al suo sostegno economico e non solo.

I toni si fanno sempre più forti ed è qui che Musk sgancia la vera e propria bomba. “Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. La verità verrà a galla”, scrive su X facendo riferimento ai dossier sulle attività e le “amicizie” del finanziere statunitense Jeffrey Epstein, morto suicida in un carcere di New York il 10 agosto 2019, un mese dopo l’arresto per traffico sessuale di minori.

Un colpo basso per Trump, notoriamente amico di Epstein prima del suo arresto con l’accusa di aver creato, all’inizio degli anni duemila un “harem” di ragazzine, anche minorenni, per soddisfare i piaceri sessuali suoi e della sua cerchia di amici.

La risposta non si è fatta attendere, col tycoon che ha minacciato l’ex alleato di colpirlo dove fa più male: il portafogli. Trump ha minacciato allora di togliere “sussidi e contratti governativi” a Musk, “il modo migliore per risparmiare miliardi e miliardi del bilancio”. Minaccia che non sembra aver fermato Musk, che ha ribattuto che allora “SpaceX inizierà lo smantellamento di Dragon”, capsula orbitale essenziale per le attività della Nasa, salvo poi fare marcia indietro, probabilmente per non perdere un contratto dal valore di quasi 5 miliardi di dollari.

Nella guerra tra i due ex amici è intervenuto a gamba tesa Steve Bannon, uno dei più accaniti oppositori di Elon Musk e “ideologo” della prima presidenza Trump. Il giornalista di estrema destra ha consigliato al presidente di annullare tutti i contratti del patron di Tesla e di Space X e di avviare diverse indagini sull’uomo più ricco del mondo. “Dovrebbero avviare un’indagine formale sul suo status di immigrato, perché sono fermamente convinto che sia un immigrato illegale e dovrebbe essere espulso immediatamente dal Paese”, il suo “consiglio” secondo quanto riporta il New York Times.

6 Giugno 2025

Condividi l'articolo