Continua la guerra ai migranti

In Libia 35 deportati, altri spediti per punizione a Livorno

Molti naufraghi hanno immediato bisogno di cure: Livorno è a 1150 kilometri di distanza.

Cronaca - di Angela Nocioni

27 Maggio 2025 alle 11:21

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Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica
Photo credits: Saverio De Giglio/Imagoeconomica

Il Centro di coordinamento soccorsi italiano non risponde all’emergenza che gli segnala Alarmphone: una imbarcazione di legno alla deriva stracarica di persone in acque internazionali nel Mediterraneo centrale. 35 persone vengono riportate nei lager libici da cui stavano fuggendo. Un numero imprecisato (almeno 3) cadono in acqua e spariscono tra le onde. Quando la nave Ocean viking arriva sul posto e salva gli altri – tra cui 6 bambini, molti minori non accompagnati, tutti in condizioni psicofisiche pessime: hanno visto morire in mare i loro compagni di viaggio – il Centro di Roma assegna come porto di sbarco Livorno e rifiuta di dare un approdo meno lontano.

Le condizioni meteo sono pessime. Sabato sera, il mercantile Boicic battente bandiera delle isole Marshall arriva in prossimità della barca di legno con 113 naufraghi. Ne prende a bordo 35, non completa il salvataggio probabilmente a causa del buio e del maltempo. Obbedisce all’ordine illegale (presumibilmente arrivato da Tripoli) di deportare i 35 sopravvissuti in Libia. Domenica sera un’altra nave civile, un rimorchiatore, soccorre altre 26 persone dalla stessa barca, ma non riesce a recuperare le altre a causa del peggioramento delle condizioni del mare. Le autorità italiane finalmente rispondono alla richiesta di avere un porto (48 ore sono passate intanto) e assegnano Lampedusa. La nave di soccorso Ocean viking, della ong Sos mediterranée, arriva poco dopo e soccorre le 53 persone rimaste, tra cui 6 bambini, 19 donne e 28 minori non accompagnati. Molti naufraghi hanno immediato bisogno di cure: Livorno è a 1150 kilometri di distanza.

27 Maggio 2025

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