Alla 78esima edizione
Eddington: il film del regista Ari Aster sulla pandemia da covid in gara al Festival di Cannes
L'isteria e lo psicodramma mondiale che fanno emergere i conflitti e le contraddizioni di un'epoca e di una società nella profonda provincia. In gara per la Palma d'Oro
Cinema - di Redazione Web

Ambientato nella profonda provincia americana ai tempi della pandemia dal covid-19 che nessuno o quasi nessuno si era ancora avventurato a raccontare per scendere ancora più in profondità tra i conflitti e le contraddizioni di un’epoca dalle poche ideologie, troppa pubblicità, invadente tecnologia. Eddington del regista Ari Aster era uno dei film più attesi all’edizione del 2025 del Festival di Cannes, dov’è in gara alla 78esima edizione per la Palma d’Oro. In scena star come Joaquin Phoenix, Pedro Pascal, Emma Stone e Austin Butler.
Ari Aster si è laureato in cinema all’Università di Belle Arti e Design di Santa Fe, è stato ammesso all’AFI Conservatory, la scuola di specializzazione dell’American Film Institute, dove si è laureato in regia. È diventato un regista di grande successo di critica con horror come Hereditary e Midsommar, entrambi distribuiti da A24. L’esordio di Hereditary – Le radici del male fu un vero e proprio successo a partire da una produzione poco costosa ma che dava spazio a molte idee innovative. Stesso discorso per Midsommar, anche questo un film molto anticonvenzionale, ma non per Beau ha paura che aveva avuto un costo maggiore ma non un simile successo.
Eddington conta poche migliaia di abitanti, circa 2.500, dalle parti di Albuquerque, nel New Mexico. La vicenda è ambientata nel maggio del 2020: piena pandemia da covid-19, un periodo che non è stato propriamente privilegiato e incentivato nel racconto al cinema come in altre forme di finzione. Il virus è tuttavia soltanto un pretesto per parlare in generale della società e dei suoi conflitti attuali. Più esplicativa di quanto potrebbe sembrare è per esempio una delle locandine utilizzate per promuovere il film con un branco di bufali americani che cadono e precipitano nel vuoto di una scarpata.
Lo sceriffo Joe Cross, interpretato da Joaquin Phoenix, entra in conflitto con il sindaco Ted Garcia, interpretato da Pedro Pascal. Le recensioni hanno citato i fratelli Cohen, Quentin Tarantino, Yorgos Lanthimos. Hanno parlato di black comedy, revenge movie, crime. Ci sono dentro il culto tutto statunitense per le armi, i movimenti per i diritti civili, l’omicidio di George Floyd e la campagna elettorale, la pandemia e i media, il suprematismo bianco e Black Lives Matter, l’ossessione per la religione e la tecnologia, i social e il web, la disinformazione e le teorie del complotto. Anche troppa carne a cuocere per alcuni critici.
Rolling Stone Italia ha scritto che “già il solo fatto di metterlo in gara implica una scelta di campo ben precisa: significa seguire il flusso di un cambiamento necessario, togliendo un po’ di ragnatele dagli schermi per portare alla ribalta autoriale un under 40 già di culto ma per il mainstream ancora outsider”. E in effetti risulta quantomeno coraggiosa quanto azzardata l’idea di realizzare un film sulla pandemia. Eddington tuttavia non è stato accolto bene dalla critica al Festival di Cannes. Arriverà nelle sale cinematografiche degli Stati Uniti a metà luglio.