Il carcere, il bello, l’amore libero

Tutti pazzi per Goliarda Sapienza, “Fuori” di Mario Martone incanta al Festival di Cannes

Unico film italiano in concorso, il biopic che vede Valeria Golino nei panni della scrittrice, e Matilda De Angelis ed Elodie come coprotagoniste, rompe le convenzioni all’insegna dell’originalità

Spettacoli - di Chiara Nicoletti

21 Maggio 2025 alle 10:00

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Photo credits: Mario Spada
Photo credits: Mario Spada

“Per me è stato come innamorarmi, fidanzarmi e poi sposarla, spero lei sia contenta, ma credo di sì perché mi dà dei bei segnali”. Così Valeria Golino torna a parlare della sua amata Goliarda Sapienza al 78esimo Festival di Cannes dove le dà corpo e anima in Fuori di Mario Martone, unico film italiano in concorso. La relazione tra Golino, sia da attrice che regista, con la scrittrice è infatti iniziata anni fa ed ha visto molte declinazioni, dall’incontro sul set di Francesco Maselli (ex marito di Goliarda) al progetto ambizioso da regista, reduce dal successo ai David di Donatello, la serie L’arte della gioia.

È la prima cosa che sottolinea Valeria Golino nell’incontro con la stampa italiana. “A 18 anni c’è stato il primo incontro, lei era una signora all’epoca, più giovane di me adesso però: alla me diciottenne sembrava una signora anziana, ma con la testa di ragazza, era molto curiosa di me, più curiosa lei di quanto lo fossi io. Ho frequentato la sua casa, la stessa casa dove, quarant’anni dopo, io arriverò interpretandola, quindi è chiaro che personalmente sia una cosa che mi tocca, dà un senso a quello che faccio”. Per cinque anni invece, Martone ha cullato l’idea di un film biografico su Goliarda Sapienza: “Pensavamo di fare un biografico su Goliarda Sapienza con Valeria – racconta – quando ne abbiamo parlato, i nostri produttori ci hanno detto che i diritti de L’Arte della Gioia erano stati appena presi proprio da lei, quindi l’incrocio è stato magico”.

La quadra per la realizzazione del film arriva con un approccio diverso alla vita della scrittrice, intuito da Ippolita Di Maio storica co-sceneggiatrice di tutte le pellicole del regista napoletano: “Sono passati gli anni, Valeria ha realizzato il suo meraviglioso film ma io ero abbastanza fissato su questa idea del film biografico” – ricorda Martone e prosegue: “finché a un certo punto invece Ippolita mi ha fatto leggere un soggetto diverso. Ho sentito che era quello il film che volevo fare, mi sono sentito come liberato perché non aveva più nulla di tutte le imposizioni da film biografico, raccontava un’estate a Roma nel 1980, l’amicizia tra queste donne, il loro vagare in un road movie, c’era anche il carcere di Rebibbia. Tutto si svolgeva così in un’estate dove nulla doveva veramente accadere ma tutto doveva essere”.

Fuori trae ispirazione da ben due romanzi di Goliarda Sapienza, L’università di Rebibbia e Le certezze del dubbio, in cui la scrittrice racconta il suo breve periodo in carcere (per un furto di gioielli) e dell’incontro con le donne lì dentro, in un’esperienza che, una volta fuori, le ha permesso di rinascere, di sentirsi meno “fuori” posto, “fuori” da se stessa e ritrovarsi. E proprio da questi incontri che nasce il legame della protagonista con Roberta, una Matilda De Angelis che, già tra le attrici più conosciute internazionalmente, si consacra al pubblico del cinema d’autore e dei festival confermando intensità e delicatezza rare. Nelle loro avventure alla scoperta di una Roma insolita, da scoprire e ritrovata da Goliarda, appare anche Barbara, altra compagna di cella, interpretata da Elodie, alla sua terza e definitiva prova da attrice. Per chi l’ha conosciuta da scrittrice e respirata anche grazie alla trasposizione seriale del suo romanzo L’arte della Gioia, sa che, tra le grandi capacità “cinematografiche” di Sapienza c’era la tendenza a mescolare, consapevolmente, la realtà con l’immaginazione, una caratteristica che “scatena un regista” commenta Martone, anche se è una sfida.

“Realtà e immaginazione giocano una partita importante del film che è anche la partita più importante di noi esseri umani. Nessuno si salva da solo ed è una grande frase che non dobbiamo mai dimenticare, ma nessuno si salva senza l’immaginazione. È quella che in qualche modo ti restituisce a te stesso quando sei perso nella prigione del mondo”. Nel suo racconto di libertà, Martone guarda a Valeria Golino, Elodie, Matilda De Angelis con sguardo accogliente ma con fermezza. Un regista che per sua stessa dichiarazione si è “lasciato andare alla deriva, portato dal vento di Goliarda Sapienza e delle sue protagoniste”. “Mario ci ha guardate con attenzione. È tutto ciò che un attore desidera: essere visto, nel momento in cui serve. Ti lascia libera, ma ti protegge. E se vai fuori, ti riacciuffa e ti riporta dentro” lo elogia Golino.

Del suo personaggio, che appartiene a Martone quanto a Goliarda Sapienza, Matilda De Angelis dice: “Roberta è una persona che a un certo punto è quasi diventata anche un suo personaggio letterario: la cosa che mi ha emozionata è stata l’idea di interpretare Roberta attraverso gli occhi di Goliarda, occhi che si portavano dietro l’amore, la sensibilità, la dignità, il rispetto, la bellezza con cui lei la guardava, e poi sono stata guardata con quegli occhi da Valeria Golino, e prima ancora da Mario e da Ippolita. Per me, ad oggi, forse è il personaggio più bello che mi sia stato regalato, il più forte”. Ambientato nel 1980 a Roma, Fuori è indirettamente anche un film politico, mostra un’Italia che stava forse abbandonando gli anni di Piombo? “No, erano ancora vivi, io la Roma degli anni 80 l’ho conosciuta perché da ragazzino ci andavo per seguire il teatro d’avanguardia. Sono sempre stato convinto che sia sbagliato parlare di quegli anni come solo gli anni di Piombo, sono stati anni anche di grande utopia, libertà, immaginazione, sperimentazione artistica e sperimentazione umana. Vedendone dolori e contraddizioni, Goliarda aveva a che fare con tutto questo, e il personaggio di Roberta consentiva di mettere all’orizzonte la politica”.

Oltre ad uscire al cinema il 22 Maggio, Fuori farà un’anteprima oggi al Teatro Ariston di Sanremo, in collegamento con altre 170 sale italiane. Nonostante il fermento per il loro film, Mario Martone e Valeria Golino in primis, ma così anche tutta la delegazione di Fuori, non possono certo ignorare il clima che si respira in Italia con la lettera aperta al ministro Giuli, di cui sono firmatari: “Io credo che ci sia un problema che è stato messo in luce che è quello dell’urgenza. Bisogna fare qualcosa quanto prima – dichiara Martone – perché sicuramente lo stato del cinema è in difficoltà, non partono i film e quindi le persone non lavorano. Questo è un dato sicuro rispetto al quale bisogna intervenire. Quando diciamo che la gente non lavora non pensiamo soltanto a registi e attori ma a maestranze, operaie, elettricisti e macchinisti, migliaia di persone. C’è la richiesta di essere ascoltati e siamo anche fiduciosi che un dialogo sia possibile”.

21 Maggio 2025

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