La circolare del ministero
Diktat di via Arenula: tornate nelle gabbie
“No alla libertà di movimento”, il ministero bacchetta i direttori sulle celle aperte nel circuito alta sicurezza. Insomma, lo vogliono più simile al 41bis...
Giustizia - di Frank Cimini

Ci sono troppe celle aperte nel circuito di alta sicurezza e troppi detenuti che circolano liberamente nei corridoi. La necessità di mettere fine a tale situazione è il contenuto di una circolare del ministero della Giustizia firmata dal direttore generale Ernesto Napolillo che rimprovera e neanche bonariamente i direttori degli istituti di pena.
Si tratta di un provvedimento che fa pendant con il decreto sicurezza. La logica è la stessa: quella di una ulteriore stretta repressiva dopo che il decreto si era già occupato di reprimere non solo le proteste in prigione ma anche la resistenza passiva. “Non possono essere consentite libertà di movimento e aggregazione tipiche del modello custodiale aperto– si legge nella circolare- poiché l’osservazione è la vigilanza devono essere sempre improntate alla massima attenzione. L’apertura delle celle detentive nei circuiti di alta sicurezza assumerà sempre la connotazione di mezzo e non di fine con la logica conseguenza che tutti gli operatori penitenziari dovranno porre ogni sforzo esigibile per evitare che le celle rimangano aperte. Non è prevista la libertà di movimento e di stazionamento dei ristrettì all’interno della sezione”.
La mancata adozione di un modello “chiuso” secondo il ministero da un lato incoraggerebbe contatti e aggregazione tra la popolazione carceraria aumentando il rischio dell’espandersi della supremazia criminale dei detenuti con maggiore caratura criminale dall’altro limiterebbe l’azione di vigilanza del personale preposto al controllo vanificando la possibilità di comprendere e analizzare la portata dei fenomeni criminali all’interno delle carceri. Il rischio sarebbe quello di favorire solo episodi devianti dall’attuazione e del principio della rigorosa e netta separazione logistica dei detenuti. La circolare parla anche del pericolo di proselitismo e consolidamento di accordi illeciti.
Infine il ministero ricorda che già in passato le direzioni degli istituti erano state invitate ad adeguarsi con solerzia evitando adottare modelli organizzativi di apertura inconciliabili con il principio dell’alta sicurezza. Il ministero denuncia che in passato ci sono stati solo adempimenti formali “e tale situazione appare francamente singolare”. Insomma l’obiettivo che traspare dalla circolare è quello di avvicinare il circuito dell’alta sicurezza a quello del 41bis. La galera dunque sia sempre più galera. I detenuti devono stare chiusi il più possibile. E non vengo risparmiati neppure i provveditori regionali che devono verificare l’attuazione delle modalità di custodia.