Il dramma senza fine
A Gaza si muore soltanto: di fame e per le bombe
Il primo ministro palestinese Mohamed Mustafa ha dichiarato la Striscia di Gaza zona di carestia. Quindi ha chiesto alla comunità internazionale di attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite che proibiscono l’uso della fame come arma di guerra.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli

Gaza, si muore per le bombe. Si muore per fame. Il primo ministro palestinese Mohamed Mustafa ha dichiarato la Striscia di Gaza zona di carestia durante una conferenza stampa a Ramallah. Mustafa ha invitato l’intero sistema delle Nazioni Unite ad attivare immediatamente i propri meccanismi e a trattare Gaza come una zona di carestia. Quindi ha chiesto alla comunità internazionale di attuare le risoluzioni delle Nazioni Unite che proibiscono l’uso della fame come arma di guerra.
L’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Turk, in una dichiarazione resa nota a Ginevra, indica che i riferiti piani di Israele di trasferire “forzatamente” la popolazione di Gaza in una piccola area nel sud della Striscia e le minacce di deportare i palestinesi fuori da Gaza “aggravano ulteriormente le preoccupazioni che le azioni di Israele mirino ad infliggere ai palestinesi condizioni di vita sempre più incompatibili con la loro continuata esistenza a Gaza come gruppo” “Non c’è motivo di credere che insistere sulle strategie militari, che in un anno e otto mesi non hanno portato a una soluzione duratura, incluso il rilascio di tutti gli ostaggi, ora avrà successo. Al contrario l’espansione dell’offensiva su Gaza causerà quasi certamente ulteriori sfollamenti di massa, più morti e feriti tra i civili innocenti e la distruzione delle poche infrastrutture rimaste a Gaza”.
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Gli abitanti di Gaza – aggiunge – sono già stati privati di tutti i beni di prima necessità, in particolare il cibo e “qualsiasi ricorso alla fame della popolazione civile come metodo di guerra costituisce un crimine di guerra”, ha ribadito. Per Turk, l’unica soluzione duratura a questa crisi “risiede nel pieno rispetto del diritto internazionale, come stabilito dalla Corte Internazionale di Giustizia”. Netanyahu non è dello stesso avviso. Dall’inizio del conflitto a Gaza, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, le vittime palestinesi stimate sono tra le 52.000 e le 62.000 (considerando i dispersi), oltre la metà delle quali bambini e minorenni, e 1.139 i morti israeliani.