Il caso del cancelliere
Perché Merz non è stato eletto alla prima votazione: chi sono i franchi tiratori e cosa cambia nella politica tedesca
Il Cancelliere è stato infine eletto, ma quanto accaduto ieri è senza precedenti. Votare il premier a scrutinio segreto, in tempi liquidi come questi, è un azzardo
Esteri - di Salvatore Curreri

Anche se alla fine Merz è stato eletto Cancelliere a maggioranza assoluta alla seconda votazione (325 voti), sbaglierebbe chi volesse derubricare la sua mancata elezione al primo turno come un mero incidente di percorso (appena 310 voti sui 328 teorici e i 316 necessari). Non solo e non tanto perché è stata la prima volta che ciò è accaduto in Germania. Piuttosto, con il voto di ieri è per la prima volta venuta meno – ed in modo clamoroso, considerata la solennità dell’occasione – uno dei pilastri della stabilità di governo tedesca: il rispetto della disciplina di partito.
Grazie anche ad un sistema elettorale che riesce a combinare felicemente metodo proporzionale per la ripartizione dei seggi e collegi uninominali per l’individuazione dei loro titolari, i partiti tradizionali sono riusciti a conservare la loro identità e forza nel sistema politico-parlamentare tedesco: nomina a Cancelliere del leader del partito più votato; piena corrispondenza tra partiti, eletti e gruppi parlamentari; assenza di casi di transfughismo individuale o di nascita di nuovi partiti frutto di accordi tra eletti; forte protagonismo dei gruppi nello svolgimento dell’attività parlamentare; infine, come confermato in questi ultimi giorni, governi di coalizione basati su programmi di governo estremamente dettagliati, anche circa i tempi di realizzazione delle riforme previste.
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Nonostante ciò, per la prima volta ieri il candidato Cancelliere è caduto vittima di quel fenomeno, finora tutto italiano, dei franchi tiratori a causa del quale molti nostri Governi sono caduti, soprattutto nella cosiddetta prima Repubblica (1948-1993). Eppure, almeno stavolta, siamo noi che possiamo dare una lezione costituzionale alla Germania su come dare maggiore stabilità agli esecutivi. Infatti, in uno dei rari casi di “razionalizzazione” della nostra forma di governo parlamentare, la nostra Costituzione prevede che le votazioni per dare o togliere la fiducia al Governo devono essere per appello nominale, cioè con la modalità di voto palese più solenne e pubblica in cui ciascun parlamentare è chiamato ad esprimere apertamente il proprio voto, esprimendolo al passaggio sotto lo scranno del Presidente d’Assemblea.
In questo modo il nostro Costituente ha voluto responsabilizzare al massimo gli eletti in votazioni così importanti come quelle fiduciarie, sia nei confronti degli elettori, che sono così in grado di sapere in che modo i loro rappresentanti, sia soprattutto dei partiti e dei relativi gruppi parlamentari, i quali sono così in grado di controllare il rispetto della posizione politica assunta nei confronti del Governo da parte dei loro iscritti. Tant’è che i casi di disobbedienza vengono sanzionati con l’espulsione dal gruppo, com’è accaduto ad alcuni parlamentari del M5s in occasione della fiducia al governo Draghi. Non a caso nel nostro Paese le crisi di governo sono state quasi sempre extraparlamentari e non conseguenza di votazioni fiduciarie contrarie al Governo.
In Germania, invece – e inopinatamente – il Cancelliere viene eletto dalla camera politica (Bundestag) a scrutinio segreto. Scrivo inopinatamente perché è evidente che non si tratta di eleggere una persona per le sue doti o qualità professionali ma di conferirgli in tal modo la fiducia perché formi il nuovo Governo. Ed infatti, laddove il capo dell’esecutivo viene eletto (Germania) o riceve la fiducia (Spagna) è poi lui a scegliere i membri del Governo. È appena della scorsa settimana la notizia che i servizi interni tedeschi in difesa della Costituzione hanno concluso che Alternative für Deutschland è un partito «decisamente di estrema destra». Metterlo fuori legge, ora che ha raggiunto il 25% dei voti, è politicamente impossibile; piuttosto contro di esso si potrebbero prendere altri provvedimenti, a cominciare dalla sua esclusione dal finanziamento statale, fermi restando i dubbi sull’efficacia di simili misure contro quei partiti che, in tal modo, da carnefici si trasformano in vittime della democrazia: il paradosso degli intolleranti che chiedo tolleranza in nome dei principi democratici per negarla in nome dei loro!
La strada, piuttosto, è quella di mettere in sicurezza le istituzioni democratiche contro i possibili assalti da parte delle forze antisistema, come la stessa Germania ha fatto l’anno scorso costituzionalizzando le regole sul Tribunale costituzionale per rafforzarne l’indipendenza. In questo quadro, eleggere il Cancelliere a scrutinio segreto, esponendosi al rischio d’instabilità politica, oltreché irragionevole, è un rischio che la democrazia tedesca non può permettersi più di correre.