Caracas

Liberato in Venezuela l’imprenditore Alfredo Schiavo: ancora in carcere il cooperante Alberto Trentini

Peggiorate le condizioni del 67enne, accusato del tentativo di golpe "Operazione Gedeone" del 2019. Fondamentale la mediazione della Comunità di Sant'Egidio che ringrazia Maduro

Esteri - di Redazione Web

6 Maggio 2025 alle 11:58

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Venezuela’s police intelligence headquarters known as El Helicoide stands in front of La Cota 905 neighborhood in Caracas, Venezuela, Monday, Sept. 12, 2022. (AP Photo/Ariana Cubillos)
Venezuela’s police intelligence headquarters known as El Helicoide stands in front of La Cota 905 neighborhood in Caracas, Venezuela, Monday, Sept. 12, 2022. (AP Photo/Ariana Cubillos)

Alfredo Schiavo si trovava in carcere in Venezuela dopo che era stato accusato di essere coinvolto in un tentato colpo di stato. È stato liberato, l’imprenditore italo-venezuelano, per motivi umanitari anche perché le sue condizioni di salute negli ultimi tempi erano peggiorate. Sarà in Italia nel pomeriggio di martedì 6 maggio. Adesso in Venezuela ci sono sette persone detenute con cittadinanza italiana, tra cui il cooperante Alberto Trentini. Di tutti questi si hanno poche notizie.

Oreste Alfredo Schiavo è figlio di italiani emigrati in Venezuela negli anni Cinquanta, imprenditore, 67 anni, era stato arrestato e condannato perché accusato del presunto coinvolgimento a un tentativo di colpo di Stato che nel 2019 era stato organizzato da ex soldati americani e disertori venezuelani. Otto le vittime in quell’occasione, una decina gli arresti per quella che era stata soprannominata “Operazione Gedeone”. Il Presidente Nicolás Maduro aveva accusato anche il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump della cospirazione. Schiavo era stato condannato a maggio 2024 a 30 anni di reclusione per tradimento, finanziamento del terrorismo e associazione a delinquere.

È stato liberato anche grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio che “ringrazia il presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, per aver concesso la liberazione, con un atto di sua propria liberalità per ragioni umanitarie”. L’imprenditore era stato detenuto nel carcere di El Helicoide, dove si trovano diversi prigionieri politici. La trattativa è stata condotta da Gianni La Bella, in collaborazione con le istituzioni italiane, in primo luogo l’ambasciata, insieme ad alcune personalità venezuelane come il governatore della regione di Carabobo, ex ambasciatore in Italia, Rafael La Cava.

L’imprenditore è stato trasferito brevemente in una clinica di Caracas per i controlli sul suo stato di salute, è passato dalla sua abitazione nella capitale venezuelana ed è partito con la moglie con un aereo di linea nel pomeriggio di ieri. La sua vicenda era stata seguita in questi anni dal ministero degli Esteri, dalle Nazioni Unite e da associazioni umanitarie attive nel Paese. La liberazione potrebbe rappresentare un’apertura di Caracas anche verso gli altri casi di italiani detenuti in Venezuela.

Secondo l’Ong Foro Penal, nelle carceri si trovano circa 900 prigionieri politici, 18.334 le detenzioni arbitrarie a sfondo politico. Attenzione mediatica aveva attirato negli ultimi tempi il caso di Trentini, 45 anni, attivista veneziano nel Paese sudamericano con la ong internazionale Humanity & Inclusion, arrestato lo scorso novembre e recluso nel carcere El Rodeo I. Altri due italo-venezuelani sono nella stessa situazione: l’ex militare Juan Carlos Marrufo Capozzi e l’investigatore aeronautico Hugo Marino.

6 Maggio 2025

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