Gli occhi di tutto il mondo sul Vaticano

Chi sarà il nuovo Papa: tutto quello che c’è da sapere sul Conclave: il segreto, il voto, i papabili favoriti, la votazione, la durata, la fumata bianca e la fumata nera

Cappella Sistina schermata, cardinali riuniti. È il Collegio più numeroso della storia, oltre cinquemila giornalisti accreditati da tutto il mondo. Si decide il futuro della Chiesa

News - di Redazione Web

6 Maggio 2025 alle 16:25

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Foto Vatican Media/LaPresse 3 Maggio 2025 Città del Vaticano, Vaticano Cronaca Allestimento Cappella Sistina in vista del Conclave DISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE
Foto Vatican Media/LaPresse 3 Maggio 2025 Città del Vaticano, Vaticano Cronaca Allestimento Cappella Sistina in vista del Conclave DISTRIBUTION FREE OF CHARGE – NOT FOR SALE

A 15 giorni dalla morte di Papa Francesco, è la vigilia del Conclave: l’assemblea elettiva del collegio cardinalizio durante il quale sarà scelto il nome del nuovo Pontefice. Saranno 133 i porporati, tutti quello con meno di 80 anni che sceglieranno il successore di Jorge Mario Bergoglio, il 267esimo Papa della Chiesa cattolica, Vescovo di Roma e Capo della Chiesa Universale, successore di Pietro e Vicario di Cristo in Terra. A partire da domani tutti gli occhi del mondo saranno puntati sul Vaticano per quella che è stata descritta da molti come un’elezione decisiva per una Chiesa divisa e in cambiamento e che sarà anche il primo Conclave in piena era social. Saranno oltre 5300 i giornalisti accreditati da tutto il mondo per seguire l’evento.

Il Conclave si svolge dal 1216 e per la prima volta nella Cappella Sistina dal 1472. È l’elezione più antica del mondo. Dal latino “cum clave”, sottochiave: è una procedura segretissima, completamente schermata, della quale soltanto il nome del nuovo Papa sarà reso noto dopo la proverbiale fumata bianca. Le norme che disciplinano l’elezione sono contenute nella seconda parte della Costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, promulgata da San Giovanni Paolo II. È il 53esimo Conclave che si tiene in Vaticano, il 26esimo nella Cappella Sistina. Gli altri si sono svolti a Viterbo, ad Arezzo, a Cluny, ad Avignone e a Costanza. I cardinali usciranno dalla Cappella soltanto per pranzare e la notte, soggiorneranno a Santa Marta. La Protezione Civile ha comunicato alle autorità vaticane il blocco della trasmissione delle informazioni e delle coperture telefoniche all’interno di San Pietro.

Cos’è il Conclave: i cardinali e la trasformazione della Chiesa

Il Collegio è composto da 252 porporati, 133 elettori e 117 non elettori. 108 sono stati eletti da Papa Francesco, 20 da Benedetto XVI, 5 da San Giovanni Paolo II. Provengono da 71 Paesi diversi. Rappresentate 17 nazioni dell’Africa, 15 dell’America, 17 dell’Asia, 18 dell’Europa e 4 dell’Oceania. Per la prima volta, hanno cardinali elettori autoctoni 12 Stati. 53 europei, 37 americani (16 America del Nord, 4 America Centrale, 17 America del Sud), 23 asiatici, 18 africani e 4 oceaniani. Il più giovane è l’ucraino Mikola Bychok, vescovo in Australia, 45 anni, il più anziano è lo spagnolo Carlos Osoro Sierra, 79 anni. Il Collegio cardinalizio non è mai stato così numeroso. Questo Conclave sarà quello più geograficamente e politicamente diversificato, per via delle decisioni di Papa Francesco. È anche quello meno eurocentrico: non sarà la Curia Romana al centro della ma una Chiesa sempre più globale.

Il Conclave riunirà domani pomeriggio, mercoledì 7 maggio 2025, alle 16:30 per la prima volta. Secondo quanto dichiarato dal direttore della sala stampa vaticana, la prima fumata ci sarà “non prima delle 19”, da giovedì le fumate saranno alle 10:30 ma solo se bianca o alle 12:00 e nel pomeriggio alle 17:30 ma solo se bianca o intorno alle 19:00. “Extra omnes”, fuori tutti, è la locuzione latina pronunciata dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche per far uscire dalla Cappella chiunque non sia coinvolto nella votazione papale.

Quanto durerà il Conclave

Per l’arcivescovo di Monaco e Frisinga Reinhard Marx “durerà pochi giorni”, per l’arcivescovo di Colonia Rainer Maria Woelki sarà lungo. Quello più lungo della storia durò addirittura due anni e nove mesi, ovvero 33 mesi o 1.006 giorni: era il settembre 1271 quando si arrivò finalmente all’elezione di Papa Gregori X. Il Conclave più breve, che duro circa dieci ore, fu quello che nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre del 1503 portò all’elezione di Giulio II, Giuliano della Rovere, patrono di Michelangelo e Raffaello, iniziatore dell’opera della Basilica di San Pietro, fondatore dei Musei Vaticani e della Guardia Svizzera.

Per arrivare agli ultimi eletti: Giovanni Paolo II fu scelto in soli quattro giorni, Benedetto XVI in appena 26 ore, 4 scrutini, e Papa Francesco in 36 ore, 5 scrutini. Si può parlare, per quanto riguarda l’epoca moderna, di una media tra i quattro e i cinque giorni. Soltanto a partire dal 34esimo scrutinio, o dal 35esimo se si è votato anche il giorno di apertura del Conclave, si va al ballottaggio tra i due candidati che nell’ultimo scrutinio hanno ottenuto la maggioranza dei voti.

Chi sono i papabili favoriti

Non sono mancate le speculazioni su favoriti, le previsioni su candidature o sui più o meno papabili. I nomi più ricorrenti sono stati quelli del filippino Luis Antonio Gokim Tagle, del francescano Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, del segretario di Stato Pietro Parolin, del presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, del segretario maltese del Sinodo dei vescovi Mario Grech, dell’arcivescovo di Budapest Peter Erdo, dell’arcivescovo di Marsiglia Jean-Marc Aveline, di quello di Kinshasa, Fridolin Ambongo Besungu, dello statunitense Robert Francis Prevost, Prefetto del Dicastero dei Vescovi.

Come funziona la votazione nel Conclave e l’annunciazione del nuovo Papa

La votazione è segreta, il primo giorno è possibile soltanto una, dal secondo sono possibili quattro al giorno. Si divide in pre-scrutinio, quando si distribuiscono i cardinali e si sorteggiano i nove cardinali che faranno da scrutatori, addetti alla raccolta dei voti e revisori; scrutinio, durante il quale ogni cardinale scrive con grafia non riconoscibile un solo nome piegando la scheda, pronunciando un giuramento solenne e deponendola in un’urna sull’Altare della Cappella Sistina; post-scrutinio, durante il quale gli scrutatori contano i voti di ogni candidato e ne verificano l’esattezza. Se la soglia dei due terzi è raggiunta, i revisori controllano la regolarità delle operazioni.

Tutte le schede vengono bruciate in una stufa di ghisa alta un metro utilizzata dal 1939 che genera la fumata nera, mentre in caso di accordo si aggiungono paglia umida e altre sostanze che generano la fumata bianca. Il candidato deve ottenere almeno i due terzi dei voti dei cardinali. Questa volta il cardinale che avrà il compito di pronunciare la frase “Habemus Papam” sarà l’arcivescovo francese Dominique Mamberti, 73 anni, dall’anno scorso protodiacono. Scelto proprio in virtù del suo essere il porporato più anziano appartenente all’ordine dei diaconi. Qualora dovesse essere proprio lui a diventare Papa, sarebbe un suo sostituto a pronunciare l’“Habemus Papam”.

6 Maggio 2025

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