Fake news vaticane
Conclave, i veleni contro i “papabili”: la bufala sul malore di Parolin con la regia della destra cattolica Usa

I corvi del Conclave hanno iniziato a muoversi. In vista dell’assemblea che dal pomeriggio di mercoledì 7 maggio riunirà 133 cardinali per eleggere il prossimo Pontefice, l’erede di Papa Francesco, le acque hanno iniziato ad agitarsi in Vaticano e si sono manifestati gli schieramenti.
Che la Chiesa sia spaccata è infatti un dato certo: da una parte i “bergogliani”, l’ala cosiddetta “progressista” che, pur tra differenze interne, fa riferimento al pontificato di Jorge Bergoglio; dall’altra l’ala conservatrice guidata dal clero statunitense e africano, da tempo insofferente nei confronti della “dottrina bergogliana”.
Maldicenze e vere e proprie bufale da sempre colpiscono i “papabili”. Ne fu vittima in due occasioni lo stesso Papa Francesco: nel 2005 fu vittima di un dossier in cui lo si accusava di una presunta complicità con la dittatura argentina e nel 2013 dalla voce che gli mancava un polmone (gliene era stato asportato un lobo da giovane, ndr).
In queste ore il fango ha colpito Pietro Parolin, cardinale e segretario di Stato vaticano. È dovuta intervenire direttamente la Santa Sede a smentire la voce circolata su social e siti statunitensi relativa ad un presunto malore che avrebbe colpito Parolin durante la Congregazione di mercoledì scorso.
Rumors che sarebbero partiti dal sito Catholicvote.org, portale vicinissimo alla destra cattolica conservatrice statunitense. L’obiettivo è chiaro: insinuare dubbi sulle condizioni di salute di Parolin, tali da non consentirgli eventualmente di guidare la Chiesa. Una campagna che forse ha preso spunto dal fatto che il suo insediamento da segretario di Stato, nel 2013, fu ritardato di alcune settimane a causa di un intervento, riuscito, al pancreas.
Il segretario di Stato, uomo dalla grande capacità di mediazione e di dialogo, anche per questo forse non del tutto apprezzato dall’ala “bergogliana” più radicale, potrebbe però essere il nome spendibile dalla fazione “progressista” della Chiesa nel Conclave.
Il quorum richiesto per l’elezione del prossimo Pontefice, 89 voti, non è mai stato così alto: se l’ala più “progressista” vedesse mancare i numeri per i propri candidati di punta, come il capo della Cei Matteo Zuppi o il filippino Luis Antonio Tangle, potrebbe puntare proprio sul segretario di Stato Parolin.