I leader mondiali a San Pietro
Meloni, una preghiera per il Papa e una per evitare Zelensky
Tra il tycoon e il leader ucraino volano bordate sulla Crimea e la premier spera di non doversi schierare semmai dopo i funerali di Francesco i due dovessero incontrarsi
Politica - di David Romoli

Alla vigilia di un funerale che tutto indica come sede perfetta per dispiegare attività diplomatiche a tutto campo ancora non si sa se quel febbrile lavorìo ci sarà davvero o no e, nel caso, come si articolerà. Di certo sia Washington e Bruxelles si stanno dando parecchio da fare ma con quali esiti è più che incerto. Le voci sono contraddittorie, gli ostacoli numerosi.
Trump, ieri mattina, assicurava di avere in programma numerosi incontri bilaterali, ma solo sul fronte della guerra in Ucraina. L’ambasciata americana, in via informale, smentiva però ogni ipotesi di nuovo incontro fra il presidente e Zelensky. Quella, peraltro, era un’eventualità che il governo di Roma ha certamente fatto il possibile per contrastare e non senza ragione. Dopo la nuova rissa a distanza sul riconoscimento dell’annessione della Crimea da parte di Kiev, dopo la nuova raffica mitragliata dall’inquilino della Casa Bianca sul presidente ucraino, un incontro faccia a faccia avrebbe ottime probabilità di finire come nello studio ovale se non peggio.
Ma anche senza il summit ai massimi livelli, Zelensky è deciso a tornare da Roma con qualche risultato in tasca. L’idea della “pace giusta in nome di Francesco” nella situazione data non ha alcuna possibilità di tradursi in accordi concreti. Ma il presidente ucraino per resistere all’impeto militare russo e a quello diplomatico americano ha bisogno di uno schieramento esplicito dell’Europa e del Regno Unito al suo fianco anche sul nodo della Crimea. Ieri, nonostante le bordate di Trump, Zelensky è tornato sulla questione senza lasciare aperto alcuno spiraglio: “Facciamo tutto quel che gli alleati ci chiedono ma non fino al punto di violare la nostra Costituzione, che vieta il riconoscimento dell’annessione della Crimea”.
Anche senza l’incontro, al momento più che sconsigliabile, con il tycoon, Zelensky potrebbe chiedere un incontro con i vertici della Ue che saranno a Roma, e ci saranno tutti e tre, von der Leyen, Costa e Metsola, e con i principali capi di governo per ottenere e poi sbandierare garanzie che terranno duro a fianco di Kiev. Per Giorgia, che da un lato non intende abbandonare del tutto l’Ucraina né allontanarsi da Bruxelles ma dall’altro ha delegato ufficialmente a Trump, dopo l’incontro di Washington, la piena gestione del negoziato per la pace, una contrapposizione così frontale tra Usa e Vecchio continente sarebbe un guaio. Per qualche ora Palazzo Chigi avrebbe ipotizzato una via d’uscita astuta, un incontro a tre al Quirinale con Mattarella e Zelensky che sarebbe bastato a garantire la solida permanenza del governo italiano a fianco di Kiev senza però irritare The Donald. Ma il Quirinale non ha dato la sua disponibilità. La chimera è svanita quasi immediatamente e per Meloni il rischio di trovarsi ancora una volta in mezzo, senza volersi schierare ma anche incapace di mediare, è concreto.
Le diplomazie americana ed europea hanno anche cercato di impostare un incontro bilaterale fra il capo della Casa Bianca e Ursula von der Leyen, o forse addirittura con tutto il terzetto istituzionale della Ue. Qui non sembravano figurare gli stessi ostacoli che sconsigliano di mettere di nuovo sullo stesso ring Trump e Zelensky. Ma nel pomeriggio, un po’ a sorpresa e smentendo quanto affermato qualche ora prima dal presidente, la Casa Bianca ha notificato che Trump non ha in agenda alcun incontro per sabato. Anche perché intende trattenersi a Roma, dove arriverà stasera, solo il tempo strettamente necessario. Insomma dovrebbe volare negli Usa appena terminata la cerimonia di domani.
È possibile che a suggerire al presidente americano di astenersi da ogni pratica diplomatica sia stata anche la notizia che ai funerali parteciperà a sorpresa anche il suo predecessore Joe Biden, oppure che abbia considerato imprudente affrontare questioni così delicate con a disposizione poche ore e nessuna preparazione adeguata. Per Giorgia sarebbe una soluzione tutto sommato non sgradita. Temeva il vertice sull’Ucraina perché la avrebbe forse costretta a una scelta che non vuole fare e temeva l’incontro tra Trump e la Ue perché la avrebbe resa marginale in un negoziato in cui ambisce invece a essere centrale e determinante. Se non se ne farà niente e il funerale di Francesco sarà solo un funerale in pompa magna le andrà bene così.