La guerra
Trump, dopo le minacce a Zelensky l’appello a Putin: “Stop attacchi in Ucraina, raid su Kiev non necessari”
"Questi bombardamenti non mi piacciono, puntiamo alla pace", queste le parole del presidente Usa scritte e pubblicate su Truth. Precedentemente The Donald aveva attaccato il leader ucraino
Esteri - di Redazione Web

“Non sono contento degli attacchi russi a Kiev. Non necessari, e in un pessimo momento. Vladimir, STOP! Muoiono 5000 soldati a settimana. Facciamo in modo che l’accordo di pace si concluda!“. Lo scrive Donald Trump su Truth. Il presidente Usa aveva accusato Zelensky di ostacolare la pace e annunciava un imminente incontro proprio con Putin. “Pensavo che sarebbe stato più facile trattare con Zelensky, ma si è rivelato più ostinato di Putin“, ha dichiarato Trump ai giornalisti durante la firma di alcuni ordini esecutivi.
“Penso che abbiamo un accordo con la Russia. Ora dobbiamo vedere se possiamo averne uno anche con l’Ucraina“. Le parole di Trump giungono in un momento di crescente tensione, dopo che martedì Zelensky ha respinto una proposta di compromesso che avrebbe permesso alla Russia di mantenere la Crimea in cambio della restituzione di altre regioni ucraine e della cessazione dei combattimenti. “È la nostra terra, la terra del popolo ucraino” ha ribadito Zelensky, confermando la linea della “vittoria totale“.
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Trump ha definito le posizioni di Zelensky “dannose per i negoziati di pace” e ha ricordato che “la Crimea è stata persa anni fa” durante l’amministrazione Obama. Rinnovando la sua posizione, il presidente americano ha posto l’accento sulla necessità di evitare ulteriori perdite umane: “Stiamo perdendo circa 5.000 soldati ogni settimana, russi e ucraini. Non sono americani, ma sono esseri umani. Hanno famiglie, sogni, e stanno morendo per null”. Nel frattempo, il processo negoziale sembra essere sull’orlo del collasso. Nella notte, un violento attacco russo ha colpito Kiev, causando almeno otto vittime civili.
I leader delle due nazioni continuano a scambiarsi accuse di sabotaggio dei colloqui, mentre sul fronte internazionale cresce l’impazienza. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha espresso frustrazione nei confronti dei “colloqui infiniti ma improduttivi”, lasciando intendere che non vi parteciperà ulteriormente se non ci saranno progressi tangibili. “Se non ci sarà un avanzamento reale nei prossimi giorni, il presidente potrebbe decidere di abbandonare il tavolo” ha avvertito Rubio.
Sulla stessa linea il vicepresidente JD Vance, che ha confermato l’esistenza di una proposta concreta sul tavolo: “Ora tocca a loro dire ‘sì’. In caso contrario, gli Stati Uniti sono pronti a lasciare il processo di pace”. Quanto all’incontro personale con Putin, Trump ha lasciato intendere che potrebbe avvenire presto, escludendo però Arabia Saudita come sede. “Lo incontrerò… forse lì, ma più probabilmente altrove. Accadrà presto” ha dichiarato senza fornire ulteriori dettagli.
infine, pare che gli Stati Uniti chiederanno a Mosca di accettare il diritto dell’Ucraina ad avere il proprio esercito e un’industria della difesa nell’ambito dell’accordo di pace. Lo riporta l’agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali l’amministrazione Trump intende chiedere alla Russia anche di restituire la centrale nucleare di Zaporizhzhia.