Il ricordo del Pontefice
Papa Francesco non è morto, i suoi nemici pensano di averlo archiviato ma Bergoglio ha indicato la strada
I suoi nemici pensano di averlo archiviato. Ma lui è qui, con noi, e cammina con noi, coi migranti, coi detenuti, sulle strade che ci aveva indicato
Editoriali - di Luca Casarini

Papa Francesco è morto, Francesco vive. È questa l’unica cosa che mi viene da dire mentre apprendo questa notizia improvvisa che mi ha riempito di dolore ma che allo stesso tempo mi chiama a una responsabilità. Quale responsabilità: smentire la morte di papa Francesco.
Io dico che non è vero. Non è vero che è morto Francesco, non è vero che è morta una idea, non è vero che sono morte milioni di relazioni e di sentimenti che si intrecciano intorno a dei pensieri e a delle pratiche di un mondo diverso. Io smentisco che possa morire tutto questo perché Francesco non è più sulla terra. Non è più sulla terra, ma è dentro di noi. Mi rivolgo a lui e propongo questa idea: no, non sei morto. Non morirai perché tu non hai solo illuminato questo mondo di tenebre con qualche buona parola. Tu hai indicato la strada a molti di noi. E noi la percorreremo, seguendo te, e come l’hai percorsa tu quando hai voluto concludere la tua vita terrena dentro un carcere. E quando hai voluto dire le ultime parole per il disarmo, in piazza San Pietro nel tuo ultimo giorno che era il giorno di Pasqua. L’hai detto di nuovo che la guerra non è accettabile. Le hai dette queste cose anche con il tuo corpo che si stava indebolendo, deformando, e che ti diceva di fermarti, e tu non lo hai mai ascoltato.
Ora siamo noi che ti diamo un messaggio. Il messaggio migliore che possiamo darti è annunciarti che tu sei vivo. Che continuerai a vivere nelle nostre lotte, che sarai con noi in mezzo al mare, tra i naufraghi. Ti ricordi quando ne parlavamo? Ti ricordi quando mi chiedevi: “Com’è in mezzo al mare, nella nave, sulla Mar Jonio?”. Ti ricordi quando mi dicevi: “Chissà come staranno oggi i nostri fratelli e sorelle deportati nel deserto?”. Ti avevo appena parlato, con don Mattia, di questo. “Cosa posso fare io?”, mi chiedevi. Sei qui, Francesco. Sei vivo.
Sì, sì, ci sono tutti quelli che hanno sperato nella tua morte. Adesso stanno facendo le condoglianze di rito. Quelli pensano che quello che tu hai portato morirà con te. Pensano: “Finalmente”. Che sbaglio! Ci hai lasciato tanta speranza, hai dato speranza a tanta gente che è sottoposta a sofferenza, che ogni giorno rischia di morire. Non può morire quella speranza. Andiamo avanti, Francesco. Forza, camminiamo insieme.