In Piazza San Pietro
Papa Francesco, l’Urbi et Orbi di Pasqua al Vaticano: “Nessuna pace possibile senza vero disarmo”
Il Pontefice si è affacciato alla Loggia delle Benedizioni ed è passato tra i fedeli a bordo della papamobile. "Usare le risorse per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire lo sviluppo. Queste le 'armi' della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte"
News - di Redazione Web

Papa Francesco si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per l’Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, nel giorno di Pasqua e infine ha impartito la benedizione. “Incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio”, ha detto il Pontefice che ha lasciato la lettura del messaggio a mons. Diego Ravelli. Bergoglio è anche sceso in piazza a bordo della papamobile per un bagno di folla.
Ancora una volta il Pontefice è comparso senza naselli per l’ossigeno. Era comparso in pubblico già domenica scorsa, quella delle Palme, e quella precedente. Entrambe le volte a sorpresa, per via delle sue condizioni di salute ancora instabili dopo il ricovero e le dimissioni del mese scorso dall’Ospedale Gemelli per via di complicazioni respiratorie. 38 i giorni di ricovero, prima della degenza a Santa Marta. Le sue condizioni, anche stando ai resoconti della sala stampa vaticana sembrano migliorare sempre più.
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La messa del giorno di Pasqua è stata celebrata dal cardinale Angelo Comastri, delegato del Papa. Quest’anno la Pasqua è celebrata nella stessa data sia dai cristiani cattolici che dagli ortodossi. Circa 35mila fedeli in piazza secondo le stime dei media vaticani. Cinquemila i fedeli che ieri hanno assistito nella Basilicata vaticana alla Veglia solenne presieduta dal delegato del Papa, il cardinale Re. Ieri il Pontefice era comparso nel pomeriggio nella Basilica di San Pietro, in sedia a rotelle ha percorso la navata destra salutando i fedeli.
“Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace!”, ha scritto Francesco nell’Urbi et Orbi letto da mons. Diego Ravelli.
“Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura. Nessuna pace è possibile senza un vero disarmo! L’esigenza che ogni popolo ha di provvedere alla propria difesa non può trasformarsi in una corsa generale al riarmo”, ha continuato il Pontefice.
“In quest’anno giubilare, la Pasqua sia anche l’occasione propizia per liberare i prigionieri di guerra e quelli politici. Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano. Davanti alla crudeltà di conflitti che coinvolgono civili inermi, attaccano scuole e ospedali e operatori umanitari, non possiamo permetterci di dimenticare che non vengono colpiti bersagli, ma persone con un’anima e una dignità”, afferma ancora Bergoglio.
“In questo tempo non manchi il nostro aiuto al popolo birmano, già tormentato da anni di conflitto armato, che affronta con coraggio e pazienza le conseguenze del devastante terremoto a Sagaing, causa di morte per migliaia di persone e motivo di sofferenza per moltissimi sopravvissuti, tra cui orfani e anziani. Preghiamo per le vittime e per i loro cari e ringraziamo di cuore tutti i generosi volontari che svolgono le attività di soccorso. L’annuncio del cessate il fuoco da parte di vari attori nel Paese è un segno di speranza per tutto il Myanmar. Faccio appello a tutti quanti nel mondo hanno responsabilità politiche a non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo. Sono queste le ‘armi’ della pace: quelle che costruiscono il futuro, invece di seminare morte”.