La visita nel carcere romano
Papa Francesco a Regina Coeli: Bergoglio non rinuncia alla visita di Pasqua
Ronald Reagan andò a Berlino e gridò, sotto il muro: “Mister Gorbaciov, tear down this wall”. Tira giù questo muro. Gorbaciov lo ascoltò. Bergoglio ha ripetuto quel grido: “Signora Meloni, tiri giù queste sbarre”. Non so se lo ascolteranno.
Giustizia - di Piero Sansonetti

Uno ascolta il ministro Nordio che affronta il problema delle carceri spiegando che risolverà il sovraffollamento con dei container di metallo che diventeranno le nuove celle. Poi lo sente di nuovo rispondere con un no secco alla richiesta di amnistia avanzata non da “Nessuno tocchi Caino” – che, si sa, sono estremisti… – ma dalla Anm, cioè dai magistrati. E pensa: è finita.
Però qualche giorno dopo viene tirato giù dalla torre d’avorio, perché c’è un signore vestito tutto di bianco, molto malato, 88 anni, cattolico, che il Giovedì Santo invece di andare a trovare l’imperatore va a regina Coeli, chiede scusa ai prigionieri perché il suo fisico non gli permette di inginocchiarsi, e poi pronuncia questa frase fantastica, poetica, politica nella sua essenza profonda: “Mi chiedo, perché loro e non io?”. Non si limita ad un atto di misericordia, di solidarietà, di amore. Più drammaticamente, con la leggerezza del suo stile, chiede alla politica a che cosa serve la prigione. E propone di abolirla. Non si può interpretare in nessun modo quella frase. Il papa si considera colpevole esattamente come il più feroce dei prigionieri. Che abisso morale con l’establishment.
Ronald Reagan ricordo, qualche settimana prima di concludere il suo mandato, andò a Berlino e gridò, sotto il muro: “Mister Gorbaciov, tear down this wall”. Tira giù questo muro. Gorbaciov lo ascoltò. Bergoglio ha ripetuto quel grido: “Signora Meloni, tiri giù queste sbarre”. Non so se lo ascolteranno.