La lista della Commissione europea

Lista dei paesi sicuri, manca l’Italia…

Per ora una cosa è chiara. Forse il Bangladesh è un paese sicuro, sicuramente non lo è l’Italia.

Politica - di Piero Sansonetti

17 Aprile 2025 alle 14:30

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Photo credits: Luigi Mistrulli/Imagoecnomica
Photo credits: Luigi Mistrulli/Imagoecnomica

La commissione europea ha stilato una lista dei paesi sicuri, e questo ha emozionato i partiti e i giornali di destra. Gridano “evviva”, perché nella lista ci sono anche l’Egitto – cioè il paese che ha torturato e ucciso Giulio Regeni – e il Bangladesh. Il governo italiano esulta perché dice che questa lista che assomiglia molto alla lista preparata dall’Italia è un successo dell’Italia. Cioè, sono stati i melomani – anzi: i piantadosiani – a dettare alla commissione europea la lista.

C’è anche la Tunisia, naturalmente, nella lista. Cioè il paese che ogni settimana mette sui camion qualche centinaio di profughi e li scarica nel deserto dove li lascia morire. Tra loro anche molti bambini. Hanno visto tutti il filmato di quel bambino di quattro anni abbandonato solo solo nel deserto, scalzo e semisvestito. Diciamo che anche questo è un modo per mettere al sicuro i corpi umani. È solo una questione di punti di vista. Del resto tra i paesi sicuri anche la Libia dove la politica della caccia-al-profugo è affidata a quel Almasri ricercato dalla giustizia internazionale per stragi e stupri. Naturalmente, grazie a dio, esistono poi le norme del diritto. E l’ultima decisione sulla sorte dei profughi non spetta ai governi ma alla magistratura. L’avvocato generale dell’UE ha già spiegato che le cose stanno così, e ha anche spiegato che gli Stati o la Commissione europea possono preparare le liste, ma devono anche spiegare perché considerano quel paese sicuro, e lo devono fare pubblicamente mettendo le loro considerazioni a disposizione della magistratura. L’Italia spera che la scelta della commissione di stilare la lista possa aiutare anche le deportazioni in manette di vari profughi in Albania.

Ieri si è saputo che 10 dei 40 profughi deportati in manette in Albania, dal governo italiano, in violazione non solo del buonsenso ma anche delle leggi, sono stati arrestati, in virtù del nuovo decreto “arresta-tutti”, che il governo chiama decreto sicurezza. Sono accusati di danneggiamenti. Siccome però le celle del carcere albanese non sono ancora pronte, i 10 sono stati lasciati nel Cpr, che in realtà funziona esattamente come un carcere, quindi va benissimo. Si tratta di una nuova forma di arresto: l’arresto domiciliare in carcere. Chissà se anche su questo l’Italia farà scuola. Per ora una cosa è chiara. Forse il Bangladesh è un paese sicuro, sicuramente non lo è l’Italia.

17 Aprile 2025

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