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L’Italia è cardine politico e finanziario dell’eccidio in Tunisia, definito per decreto “paese sicuro”

Come si possa definire questo eccidio, in Tunisia e in Libia, di cui l’Italia è il cardine politico e finanziario, è quesito che attende risposta.

Cronaca - di Ammiraglio Vittorio Alessandro

13 Dicembre 2024 alle 13:00 - Ultimo agg. 13 Dicembre 2024 alle 13:06

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Tingshu Wang/Pool Photo via AP – Associated Press/LaPresse
Tingshu Wang/Pool Photo via AP – Associated Press/LaPresse

Potrebbe essere insipienza, ma è stata più probabilmente una mascalzonata degna del migliore Rodolfo Graziani l’aver dichiarato per decreto la Tunisia “paese sicuro”, trascurando ciò che analisti indipendenti dell’Onu avevano scritto in un rapporto dello scorso ottobre rilanciato in questi giorni da Radio Radicale.

Vi si legge, per esempio, di “manovre pericolose durante l’intercettazione di migranti, rifugiati e richiedenti asilo in mare; violenza fisica, tra cui percosse, minacce di uso di armi da fuoco; rimozione di motori e carburante; e capovolgimento di barche”, e che nel corso di queste operazioni hanno perso la vita 265 persone, compresi i bambini, mentre tantissimi altri, soprattutto di pelle nera, sono scomparsi nel nulla. Per i migranti, infatti, la situazione peggiora quando, riportati a terra, vengono condotti nel deserto ai confini con Algeria e Libia, e lì abbandonati al sole.
Vi si trovano notizie sulla violenza esercitata delle forze di sicurezza: “abusi sessuali e sfruttamento di bambini e di stupri di donne e ragazze di 10 anni”. A questa Tunisia si è affidato – con il concorso dell’Unione Europea – il contenimento delle partenze per declamare, poi, i diminuiti arrivi in Italia.

Gli esperti delle Nazioni Unite si dicono “preoccupati che, nonostante queste gravi accuse, la Tunisia continui ad essere considerata un luogo sicuro per la ricerca e il salvataggio in mare, e che la cooperazione continui in esito al memorandum d’intesa su un partenariato strategico e globale tra l’Unione europea e la Tunisia”. Il documento Onu è certamente passato per le scrivanie della Farnesina, ma nessuno sembra averlo letto. Più probabilmente è stato messo via, come chissà quante altre volte è successo di fronte all’eliminazione organizzata di migliaia di persone – uomini, donne, bambini – pure in assenza di una guerra dichiarata. Come si possa definire questo eccidio, in Tunisia e in Libia, di cui l’Italia è il cardine politico e finanziario, è quesito che attende risposta.

13 Dicembre 2024

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