Il caso Chiara Poggi

Perché è stata concessa la semilibertà ad Alberto Stasi: le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco

Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha accolto l’istanza degli avvocati difensori nonostante il parere contrario e la richiesta di rigetto arrivata dal procuratore generale della Repubblica

Cronaca - di Frank Cimini

12 Aprile 2025 alle 18:24

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Foto Spada / Lapresse
Foto Spada / Lapresse

Alberto Stasi è in semilibertà. Lo ha deciso il tribunale di Sorveglianza di Milano accogliendo l’istanza degli avvocati difensori nonostante il parere contrario e la richiesta di rigetto arrivata dal procuratore generale della Repubblica. Ma la decisione dei giudici stando a quanto trapelato già in sede di udienza era apparsa scontata. In pratica ne era consapevole anche lo stesso rappresentante dell’accusa che evidentemente doveva recitare il ruolo fino in fondo.

C’erano tutti i requisiti, considerando soprattutto che dal 2023 Stasi, in carcere dal 2015 condannato a 16 anni per l’omicidio della fidanzata Chiara Poggi del 13 agosto 2007, era in regime di lavoro esterno. Cioè trascorreva la maggior parte della giornata fuori dal carcere per fare il contabile nello studio di un commercialista. Tra qualche mese Stasi potrà chiedere di essere ammesso in affidamento ai servizi sociali sociali svolgendo lavori utili in vista del fine pena fissato al 2028 al massimo per il 2029. La sostituta della procura generale Valeria Marino aveva chiesto di rigettare l’istanza per una intervista alla trasmissione Le Iene durante un permesso premio. Stasi aveva risposto alle domande in modo sobrio e controllato. In un documento agli atti del procedimento il direttore del carcere di Bollate Giorgio Leggieri aveva specificato “a integrazione di quanto già inviato e qualora utile per la discussione relativa alla misura richiesta” che l’intervista era stata registrata durante un permesso premio “e non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni”.

La procura generale aveva lamentato la mancata richiesta di autorizzazione a farsi intervistare come era avvenuto invece in una precedente occasione. Ma sarebbe stato negare la semilibertà in relazione a una circostanza del genere. Ieri infatti è arrivata la concessione della semilibertà da parte dei giudici Federica Gentile e Maria Paola Caffarena con due esperti a completare il collegio che giustamente non ha tenuto conto della mancanza di “ravvedimento” che non è necessaria per ottenere il beneficio. Insomma, Stasi ha tutto il diritto di continuare a proclamarsi innocente come aveva fatto anche nell’intervista. Stasi in semilibertà oltre che lavorare, come prevedono le norme potrà svolgere attività istruttive e di reinserimento sociale che saranno indicare nelle prescrizioni che fanno parte del provvedimento. Intanto a Pavia si è in attesa delle decisioni del giudice e delle indagini preliminari sul conferimento dell’incarico peritale per gli accertamenti sulle tracce di Dna in relazione e altro come di inchiesta su Andrea Sempio, nuovamente indagato per l’omicidio Poggi dopo essere già stato prosciolto in passato.

12 Aprile 2025

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