La vicenda
Riaperto il caso di Garlasco e Andrea Sempio indagato: la cronistoria lunga 20 anni del delitto di Chiara Poggi e la condanna di Alberto Stasi
Un processo, le indagini vecchie e quelle nuove: ci sarà una svolta oppure no?
Cronaca - di Redazione Web

La 26enne Chiara Poggi, impiegata laureata in Economia, viene uccisa con un corpo contundente il 13 agosto 2007 nella villa di Garlasco (Pavia) in cui abitava con i genitori, in quei giorni in vacanza. A dare l’allarme il fidanzato Alberto Stasi, all’epoca studente della Bocconi, che sta scontando una condanna in via definitiva a 16 anni di reclusione dopo essere stato assolto nei primi due gradi di giudizio. Lo scorso 6 febbraio la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato irricevibile il ricorso con cui l’uomo, oggi 42enne, chiedeva di annullare la condanna. Il caso Garlasco ha avuto grande rilevanza mediatica. All’omicidio sono stati dedicati numerosi servizi tv, reportage giornalistici e persino un docufilm. Queste le tappe principali della vicenda.
Riaperto il caso di Garlasco e Andrea Sempio indagato
24 SETTEMBRE 2007 – Alberto Stasi viene posto in stato di fermo. Sui pedali di una bici sono state trovate tracce di Dna compatibile con quello di Chiara: per i Ris è sangue della ragazza, per la difesa può essere sudore o saliva. Il gip, dopo quattro giorni in carcere a Vigevano, non convalida il fermo e rimette in libertà il giovane: non ci sono prove sufficienti per giustificare un arresto.
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3 NOVEMBRE 2008 – Il pm Rosa Muscio chiede il rinvio a giudizio di Alberto Stasi per l’omicidio della fidanzata.
30 APRILE 2009 – Il gup non emette sentenza, ma esce dalla camera di consiglio con un’ordinanza con cui dispone una superperizia medico-legale e altri accertamenti peritali chiedendo, tra l’altro, verifiche sul pc di Stasi, sul percorso compiuto dal giovane nella villetta di Garlasco quando trovò il corpo di Chiara e sull’orario della morte.
17 DICEMBRE 2009 – Stasi viene assolto. Il gup ritiene il quadro istruttorio, come ha scritto nelle motivazioni, “contraddittorio e altamente insufficiente a dimostrare la colpevolezza dell’imputato“.
8 NOVEMBRE 2011 – Parte a Milano il processo d’appello. Il pg Laura Barbaini chiede 30 anni di carcere per Stasi, la parte civile che venga riconosciuta la sua responsabilità e il risarcimento di 10 milioni di euro, mentre la difesa punta ancora sulla mancanza di prove.
6 DICEMBRE 2011 – Stasi viene di nuovo assolto dalla Corte d’Assise d’appello secondo la quale “la decisione di primo grado è immune da vizi e merita di essere confermata“.
18 APRILE 2013 – La Cassazione annulla il processo di secondo grado e rinvia gli atti alla Corte d’Assise d’Appello di Milano, perché ricelebri il dibattimento. Per gli ermellini, nel giudizio di secondo grado erano stati ‘svalutati’ gli indizi contro Stasi e andavano effettuati, come era stato chiesto dalla parte civile e dal pg, una serie di approfondimenti istruttori. E dunque propongono un integrazione probatoria.
9 APRILE 2014 – A Milano si apre il processo d’appello bis.
30 APRILE 2014 – La prima Corte d’Assise d’Appello dispone la riapertura del caso con un’integrazione dell’istruttoria dibattimentale e nuovi esami e perizie.
17 DICEMBRE 2014 – Alberto Stasi è condannato a 16 anni di reclusione dalla corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo d’appello bis.
30 APRILE 2015 – Doppio ricorso in Cassazione contro la condanna a 16 anni di carcere per Stasi: a impugnare la sentenza da un lato la difesa che chiede di cancellare il verdetto; dall’altro il pg Laura Barbaini che chiede invece di riconoscere l’aggravante della crudeltà esclusa dai giudici di secondo grado.
12 DICEMBRE 2015 – La Cassazione conferma la condanna a 16 anni per Stasi. Accompagnato dalla madre, l’uomo si costituisce nel carcere di Bollate.
19 DICEMBRE 2016 – La famiglia Stasi, chiede la riapertura del processo sulla base dei risultati di una nuova perizia, secondo la quale le tracce di dna rinvenute sotto le unghie della ragazza non sono di Stasi.
23 DICEMBRE 2016 – Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, viene indagato dalla procura di Pavia. Il suo dna sarebbe compatibile con quello trovato sotto le unghie della vittima.
24 GENNAIO 2017 – La Corte d’Appello di Brescia respinge, dichiarando non luogo a provvedere, l’istanza di revisione del processo sull’omicidio di Chiara Poggi. La richiesta era stata depositata dai legali di Stasi.
28 MARZO 2017 – Il gip di Pavia Fabio Lambertucci archivia l’inchiesta su Andrea Sempio.
24 MAGGIO 2017 – La difesa di Alberto Stasi presenta riscorso straordinario in Cassazione contro la condanna definitiva a 16 anni di carcere.
28 GIUGNO 2017 – La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso dei suoi legali per riaprire il caso.
23 GIUGNO 2020 – I legali di Stasi depositano una richiesta di Revisione della sentenza di condanna.
5 OTTOBRE 2020 – Il ricorso dei legali di Stasi viene dichiarato inammissibile.
La cronistoria lunga 20 anni del delitto di Chiara Poggi e la condanna di Alberto Stasi
Erano da poco trascorse le 13.50, quel 13 agosto 2007, quando, su segnalazione di Alberto Stasi – poi condannato a 16 anni di reclusione per l’omicidio della ragazza – due carabinieri entrarono nella villetta dei Poggi, a Garlasco, e trovarono il cadavere di Chiara in fondo alla scala che conduceva alla cantina. I militari scavalcarono il cancello pedonale e trovarono socchiusa la porta d’ingresso all’abitazione. Appena entrati nella casa, al piano terra, notarono sulla sinistra un paio di pantofole bianche, un portavaso rovesciato e il sottovaso capovolto. In prossimità della scala che conduceva al piano superiore videro alcune chiazze di sangue, una delle quali particolarmente estesa. Notarono altre macchine ematiche sul telefono e sulla parete adiacente; un’altra estesa chiazza di sangue e una ciocca di capelli erano davanti alla scala che conduceva alla cantina. La porta di accesso alla scala della cantina era aperta e la luce era accesa. In fondo alla scala i carabinieri videro una grande quantità di sangue e, infine, il cadavere di Chiara Poggi, in posizione prona, con la testa, che presentava numerose ferite, appoggiata al muro e i piedi rivolti verso l’accesso alla scala del piano terra.
Le indagini vecchie e nuove: la variabile Dna
La ragazza – secondo quanto emerso durante le indagini – era stata uccisa quel giorno poco dopo le 9.12, orario di disattivazione dell’allarme della casa. Era stata colpita violentemente con un oggetto (mai identificato) una prima volta alla base della scala diretta al primo piano, poi, probabilmente tramortita, trascinata e gettata lungo la scala per la cantina, lungo la quale sarebbe stata di nuovo violentemente colpita alla testa o avrebbe battuto il capo in corrispondenza del quarto gradino. Il decesso non fu immediato, ma la ragazza morì verosimilmente entro 30 minuti dalla prima aggressione. Il Dna ritrovato sotto le unghie della vittima (risultato verosimilmente da un’azione di difesa) non risultò essere di Stasi. Ora, a 18 anni dal delitto, sulla base di nuove indagini forensi, quel materiale genetico ha portato alla riapertura del caso, con Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, indagato per concorso in omicidio.