La risposta russa

Tregua in Ucraina, Putin sul piano Trump: “Ok solo a pace duratura, nel Kursk ucraini possono arrendersi o morire”

Esteri - di Redazione

13 Marzo 2025 alle 15:24

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Tregua in Ucraina, Putin sul piano Trump: “Ok solo a pace duratura, nel Kursk ucraini possono arrendersi o morire”

La minaccia di “sanzioni devastanti” da parte di Donald Trump non sembra preoccupare e smuove più di tanto il Cremlino, che non appare intenzionato ad accettare e firmare la tregua di un mese in Ucraina negoziata nel vertice saudita di Gedda tra l’amministrazione statunitense e Kiev dopo la clamorosa rottura avvenuta nello Studio Ovale tra lo stesso Trump e Volodymyr Zelensky.

In attesa che si esprima personalmente Vladimir Putin, tutti i suoi fedelissimi pubblicamente esprimono un chiaro “no” alla proposta americana. Un rifiuto che arriva forte soprattutto dei recenti successi militari dell’esercito nel Kursk, la regione russa al confine con l’Ucraina attaccata dalle truppe di Kiev nell’agosto del 2024 con l’obiettivo di costringere il Cremlino a spostare l’attenzione anche su un fronte interno, ma anche come possibile “merce di scambio” in vista di negoziati.

Il Cremlino invece procede spedito nella riconquista della regione, oggi Mosca ha annunciato di aver ripreso il controllo di Sudzha, il principale centro abitato di Kursk, mentre le truppe ucraine continuano a ritirarsi dalle posizioni faticosamente conquistate negli ultimi sette mesi di conflitto.

Il “no” alla proposta Trump

In questo contesto dunque non sorprende il rifiuto espresso dai fedelissimi di Putin alla tregua in Ucraina, un cessate il fuoco provvisorio che “serve solo a Kiev per riprendere il fiato”, dice senza mezzi termini il consigliere per la politica estera Yuri Ushakov.

Un documento, quello partorito a Gedda dall’amministrazione Trump e l’Ucraina, che Ushakov definisce “affrettato”. “Dovremo lavorare, riflettere e tenere conto anche della nostra posizione. Lì è esposto solo l’approccio ucraino”, ha detto il consigliere di Putin. Ushakov ha anche rivelato che questa giovedì sera Putin incontrerà in un vertice a porte chiuse l’inviato degli Stati Uniti Steve Witkoff.

Secondo quanto rivelato dalla Reuters, le condizioni poste dal Cremlino per avviare colloqui di pace con l’Ucraina sarebbero particolarmente difficili da accettare per Volodymyr Zelensky: il Cremlino chiede a Kiev di abbandonare ogni pretesa di ingresso nella Nato, di escludere la presenza di truppe straniere dopo la guerra e il riconoscimento a livello internazionale della sovranità della Russia sulla penisola di Crimea e sulle 4 regioni dell’Ucraina occupate durante la guerra, ma che Mosca ancora non controlla interamente.

L’intervento di Putin

Nel pomeriggio italiano di giovedì l’atteso intervento televisivo di Putin si è verificato, con parole di cauta apertura rispetto a quanto riferito nelle ore precedenti dai suoi fedelissimi.

Il leader russo parlando ai giornalisti in una conferenza stampa a Mosca assieme al presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha spiegato che il Cremlino “è favore della tregua, ma solo se porta ad una pace duratura”, ovviamente alle condizioni di Mosca.

Putin ha precisato infatti che questo mese di tempo potrebbe servire agli ucraini per abbandonare il Kursk, ma potrebbero anche servire per riarmarsi. “Gli ucraini nel Kursk possono solo andarsene o morire, noi abbiamo il controllo e loro sono isolati”, ha minacciato il leader russo.

Da Putin è poi arrivato un lieve segnale di apertura nei confronti di Trump, in particolare quando il presidente russo ha detto di “approvare” l’idea di un cessate il fuoco ma che vi sono questioni che vanno discusse con Washington, “magari attraverso un colloquio telefonico con il presidente Donald Trump”, ha detto Putin esprimendo “gratitudine” al suo omologo statunitense “per aver dedicato così tanta attenzione alla soluzione in Ucraina”.

di: Redazione - 13 Marzo 2025

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