L'ennesima strage a Lampedusa

Il dramma della piccola Yasmine, sopravvissuta aggrappata ad una camera d’aria per giorni in mare

Non è escluso che altri affondamenti possano essersi verificati in questi giorni di mare ostile e, del resto, se la piccola non si fosse salvata, nulla sapremmo anche di lei e dei suoi compagni

Cronaca - di Ammiraglio Vittorio Alessandro

12 Dicembre 2024 alle 15:00

Condividi l'articolo

Foto da X
Foto da X

Una undicenne della Sierra Leone è stata salvata ieri in acque territoriali a Sud di Lampedusa. Nel corso della notte, l’attenzione del veliero Trotamar III della ong Compass collettivo è stata richiamata dalle grida della piccola che si trovava poco lontano, aggrappata a due tubolari. Ha raccontato ai soccorritori che in 45 erano partiti da Sfax in Tunisia, e che, dopo due o tre giorni, il loro barchino è stato capovolto da una tempesta di pioggia e vento: 23 nodi e onde alte cinque metri, conferma il comandante del Trotamar III, Matthias Wiedenlübber.

I migranti sono stati trascinati via dalle onde, compreso il fratello più grande della ragazzina che è invece riuscita ad aggrapparsi a due camere d’aria usate come salvagente; con lei, altri due ragazzi che non hanno però resistito alle onde. Sono in corso le ricerche dei 45 scomparsi, ma risulta difficile stabilire dove sia avvenuto il naufragio: certamente non lontano dalle coste italiane, se la piccola naufraga è stata ritrovata a poche miglia da Lampedusa. Non è escluso che altri affondamenti possano essersi verificati in questi giorni di mare ostile e, del resto, se la piccola non si fosse salvata, nulla sapremmo anche di lei e dei suoi compagni: bisognerebbe tenerne conto, quando si elaborano statistiche sul numero di morti nel Mediterraneo o quando si celebrano tristemente i diminuiti arrivi a Lampedusa (senza neanche mettere in conto le decine di migliaia di migranti riportati in Libia e in Tunisia dalle milizie dei trafficanti).

Dobbiamo il salvataggio di questa bambina (e di tante altre persone) a una nave del soccorso civile, nonostante il grande sforzo di Guardia costiera, Guardia di finanza e Frontex: è evidente che – in attesa della istituzione di adeguati corridoi umanitari – l’azione dei volontari risulta indispensabile a completare l’assetto del salvataggio in mare, e che l’emarginazione delle navi ong, perseguita metodicamente dal governo, comporta un grave costo di vite umane. Quante non sapremo mai, ma anche soltanto la nuova vita dell’undicenne che gridava al buio nel mare di Lampedusa rende prezioso l’impegno coordinato di tutti coloro che possono salvare.

12 Dicembre 2024

Condividi l'articolo