La Affoga-naufraghi è legge

Cosa dice il ‘Decreto flussi’: il “regalo di Natale” del governo-Meloni ai naufraghi e alle Ong

Messa la fiducia sulle norme che tentano di bloccare le navi delle ong. Il decreto Flussi è legge dello Stato, il Cms l’ha già bocciata. Chissà Mattarella

Politica - di Angela Nocioni

5 Dicembre 2024 alle 08:00 - Ultimo agg. 5 Dicembre 2024 alle 09:49

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Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse
Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse

La Affoga-naufraghi è legge dello Stato. Per farsela approvare in tutta fretta e per evitare sorprese in Aula, Giorgia Meloni ha fatto mettere la fiducia anche al Senato. E così ieri, mentre due delle navi di soccorso che il governo italiano vuole bloccare in porto stavano risalendo il Mar Mediterraneo in burrasca, dopo aver salvato la Humanity1 83 persone tra onde alte due metri e la Geo Barents di Medici senza frontiere altre 45 tra cui molti bambini non accompagnati – 128 esseri umani vivi soltanto perché in mare c’è la flotta civile delle ong altrimenti sarebbero già cibo per i pesci – Palazzo Madama approvava con 99 sì, 65 no e un astenuto una legge che, oltre ad essere eticamente una schifezza, contiene anche una norma già bocciata dal Consiglio superiore della Magistratura.

La legge, nel tentativo di trovare giudici che non disobbediscano al governo e traducendo in emendamento normativo un tweet di Elon Musk di sostegno a Giorgia Meloni, toglie d’imperio alle Sezioni specializzate dei tribunali la competenza sulle convalide dei trattenimenti per le procedure d’asilo per attribuirle alle Corti d’Appello. Il Csm spiega però che la trovata intasa il lavoro delle Corti d’appello dove non ci sono nemmeno giudici specializzati in materia. Che si rischia l’allungamento dei tempi nelle Corti d’Appello. E che così gli obiettivi fissati dal Pnrr saranno mancati. Il parere, inviato al ministro della Giustizia Carlo Nordio ed uscito dalla sesta commissione del Csm avverte che si “incrina il consolidato assetto giurisdizionale in tema di convalida dei trattenimenti, sin qui imperniato sull’attribuzione della relativa competenza alle Sezioni specializzate in materia di immigrazione”. Nordio farà finta di non sentire, chissà se anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Le legge, nata come decreto flussi perché modifica la regolamentazione degli ingressi contingentati (col contagocce) di lavoratori stranieri, è stata poi farcita di norme che inaspriscono la guerra di questo governo ai migranti e a chi tenta di salvarli in mezzo al mare. Per facilitarne e velocizzarne l’approvazione. Le nuove norme limitano il diritto alla difesa legale dei richiedenti asilo. Riducono così tanto i tempi per i ricorsi dei migranti dopo la bocciatura della loro domanda che moltissimi non avranno il tempo nemmeno di cercarsi un avvocato, figurarsi se avranno possibilità di ricorrere. Agio e segretezza, invece, sono riservati alla stipula dei contratti, in appalto pubblico, per il controllo delle frontiere. Saranno segreti.

Quindi d’ora in poi il governo potrà dare motovedette alla Guardia costiera libica e tunisina senza sentirsi dire che con quelle motovedette sia libici sia tunisini deportano naufraghi nei lager, o li speronano e li guardano affondare. Il governo italiano potrà cedere motovedette e tutto il resto con la copertura del segreto. Nell’ossessione di bloccare le navi delle ong, Giorgia Meloni s’è fatta studiare bene le ordinanze che negli ultimi mesi hanno accolto a raffica i ricorsi contro i fermi illegittimi nei porti, ha trovato un modo per rendere quasi automatica la confisca della nave in caso di recidiva estendendo anche all’armatore la responsabilità per la violazione del decreto Piantedosi sulla cui incostituzionalità si deve ancora esprimere la Consulta.

Il comunicato delle Ong

Molte delle ong impegnate nella ricerca e soccorso dei naufraghi ripetono che così i naufraghi moriranno o saranno deportati senza che siano testimoni a denunciarlo. Scrivono in un comunicato comune: “Il vero obiettivo del provvedimento non è la gestione dei soccorsi in mare, ma limitare e ostacolare la presenza delle navi umanitarie e arrivare a un piano di definitivo abbandono del Mediterraneo e di criminalizzazione del soccorso in mare.” “Ancora sanzioni – sia con fermi amministrativi sia con multe fino a 10mila euro, fino ad arrivare alla possibilità di confisca – questa volta, e sempre in modo discriminatorio, contro gli aerei delle ong impegnati in missioni di monitoraggio che hanno contribuito in modo cruciale al soccorso di imbarcazioni in difficoltà e hanno documentato gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani. Tali violazioni comprendono omissioni nel soccorso, ritardi ingiustificati negli interventi e la facilitazione dei respingimenti forzati a seguito di intercettazioni violente. Secondo le ong, questa normativa mira a indebolire il dovere giuridico di segnalare la presenza di imbarcazioni in difficoltà; si teme inoltre che si stia tentando di trasformare questi stessi aerei in strumenti al servizio del sistema di intercettazione marittima della Guardia costiera libica. Oltre a ciò, si inaspriscono ancora di più le misure punitive per le navi delle Ong Sar previste nel Decreto Piantedosi. Anzitutto, nonostante la durata del primo fermo amministrativo della nave possa ora essere modulata tra 10 e 20 giorni in base alla gravità della violazione, viene comunque prescritta l’interdizione alla navigazione in attesa dell’adozione dell’ordinanza prefettizia. Questo, di fatto, aggiunge ulteriori giorni di inattività per la nave, senza possibilità di impugnazione. Inoltre, una reiterazione della violazione avvenuta fino ai 5 anni precedenti fa scattare l’inasprimento delle misure sanzionatorie, non solo se la reiterazione avviene da parte dello stesso comandante, ma anche da parte dello stesso proprietario della nave o dello stesso armatore. Si tratta di una norma peggiorativa della situazione attuale: è più volte capitato, infatti, che le navi ong venissero fermate in base a false dichiarazioni della Guardia costiera libica senza nemmeno verificare tutte le registrazioni di conversazioni e scambi di e-mail e messaggi radio portati dalle stesse ong”. “Quello che ci aspettiamo – concludono – è un aumento di morti in mare”.

5 Dicembre 2024

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