L'avanzata
Damasco è caduta, i ribelli conquistano la capitale della Siria: Assad in fuga in aereo
Fine di un'era per la Siria. Bashar al Assad aveva raccolto il testimone del padre, non è chiaro dove si trovi in questo momento. Medio Oriente nel caos
Esteri - di Redazione Web
È caduto il regime del dittatore della Siria Bashar al Assad. “La città di Damasco è stata liberata, il tiranno Bashar al Assad è stato rovesciato”, hanno annunciato i ribelli in un comunicato alla televisione. Appena qualche ore prima dell’ingresso nella capitale il gruppo islamico Hayat Tahrir al Sham aveva annunciato la conquista anche della città di Homs, che rappresentava l’ultimo argine all’avanzata.
Il video dell’annuncio in tv è stato girato alla base strategica di Mezzeh. “Il tiranno Bashar al Assad è stato rovesciato. Tutti i prigionieri sono stati rilasciati dalla prigione di Damasco. Auguriamo a tutti i nostri combattenti e cittadini di preservare e mantenere la proprietà dello stato siriano. Lunga vita alla Siria”. È l’epilogo di un’avanzata fulminante, che ha preso di sorpresa il mondo oltre che le forze di Damasco.
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Assad ha lasciato la capitale, è fuggito in aereo. Non è ancora chiaro dove si sia rifugiato, dove si trovi in questo momento. Era al potere dal 2000, raccolse il testimone dal padre Hafiz. Ha 59 anni, segretario generale del Comando centrale del Partito Socialista arabo Ba’ath. Abbattute le statue del presidente e del padre predecessore, assaltata anche l’ambasciata dell’Iran, alleato del regime di Damasco.
I ribelli avevano fatto sapere nel corso della notte di essere entrati a Damasco e di non aver trovato l’esercito a difesa della capitale. Il leader Ahmedal-Sharaa ha emesso un divieto di avvicinarsi alle istituzioni pubbliche che resteranno sotto la supervisione dell'”ex primo ministro” fino alla loro consegna ufficiale”.
Il primo ministro Mohamed al-Khalali ha detto di voler garantire un passaggio delle consegne pacifico. “Sono a casa mia, non l’ho lasciata perché appartengo a questo Paese e non conosco nessun altro Paese. È la mia patria. In queste ore in cui la gente è preoccupata e ha paura (…) io, per le istituzioni dello Stato, che non sono di mia proprietà né di nessun altro, ma appartengono a ogni cittadino siriano. Tendiamo la mano a tutti i siriani che hanno a cuore questo Paese per preservare le sue istituzioni”.