Fine di un'epoca
Chi è Assad, il presidente dittatore della Siria: il mistero della fuga, il padre Hafez, la moglie Asma, la guerra civile, le stragi e il legame con la Russia
Il regime sopravvissuto a una guerra civile devastante, travolto in un'avanzata di pochi giorni. Al padre doveva succedere Basil, fratello di Bashar, morto in un incidente nel 1994
Esteri - di Redazione Web
Potrebbe trovarsi in una base della Russia in Siria, in fuga dai ribelli che hanno conquistato anche Damasco. Altre notizie lo danno in viaggio verso il Golfo Persico. Quello che è certo è che il tempo di Bashar Al Assad è scaduto, il presidente dittatore è stato sollevato, rovesciato. “La città di Damasco è stata liberata, il tiranno Bashar al Assad è stato rovesciato. Lunga vita alla Siria”, hanno dichiarato in un annuncio televisivo i ribelli protagonisti di un’avanzata fulminante che ha travolto un regime che durava da oltre mezzo secolo. Per le strade della Siria rotolano in queste ore le teste delle statue dedicate al presidente e al padre predecessore.
Sarebbe finito con un volo a bordo di un Ilyushin il regime di Assad, ultimo di una dinastia, l’uomo che raccolse il potere dal padre Hafiz e che era rimasto aggrappato allo stesso anche attraversando una guerra civile sanguinosa e dimenticata con l’aiuto degli alleati Mosca e Teheran. La caduta del regime siriano è un altro duro colpo al cosiddetto “Asse della Resistenza”, l’alleanza sciita guidata dall’Iran contrapposta a Israele, anche se Damasco aveva tenuto un atteggiamento molto meno esposto al conflitto con lo Stato Ebraico a confronto di Pasdaran ed Hezbollah libanesi. Che questa fragorosa e sconvolgente fine di un’era arrivi a poco più di un anno dall’esplosione del conflitto tra Israele e Hamas e dopo la seconda elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti potrebbe non essere un caso.
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Chi è Assad: il presidente dittatore della Siria in fuga
Al potere doveva succedere Basil, fratello di Bashar, designato dal capostipite Hafiz. Trent’anni fa l’incidente che mise fine alla vita dell’erede. La mano passò al fratello, oggi 59enne, laureato in oftamologia a Londra, marito di Asma, 48enne conosciuta proprio nel Regno Unito, figlia di genitori siriani, la first lady che al presidente ha dato tre figli. Detta anche “La rosa del deserto”, definita da Paris Match come “un raggio di luce in un Paese di zone d’ombra”, almeno prima di aver sostenuto la repressione del marito contro la ribellione.
Perché c’è un prima e un dopo l’onda delle Primavere Arabe che travolse anche la Siria come altri Paesi del Medio Oriente a inizio anni ’10. La guerra civile esplose nel 2011, come rivolta al governo autoritario. A marzo migliaia di persone scesero in piazza a Damasco e ad Aleppo, le milizie delle opposizioni ribelli si raggrupparono nell’Esercito Siriano Libero (ESL). A salvare il regime l’intervento di Hezbollah e dell’Iran ma soprattutto l’aiuto della Russia nel 2015: un lascito del filo tra Damasco e Mosca risalente ai tempi dell’Unione Sovietica.
Prima della guerra, dei massacri di civili, degli assedi, degli attacchi anche con armi chimiche, delle torture e del giro di vite contro gli oppositori, Assad era considerato sostanzialmente un dittatore pragmatico, in equilibrio, sempre nell’ombra, mai sovraesposto rispetto ad altri leader autoritari in giro per il mondo, più eccentrici e popolari. Al suo arrivo al potere si era pensato che con la sua guida il Paese avrebbe potuto anche intraprendere un cammino di riforme e di apertura progressiva al mondo occidentale.
Com’è caduto Assad
Segretario generale del Comando Centrale del Partito Socialista Arabo Ba’ath, successe al potere alla morte del padre, nel 2000. Un regime anomalo: alawita, gruppo religioso di derivazione sciita, minoranza anche nella stessa Siria. Due elezioni, nel 2014 e nel 2021, lo confermarono al potere. Consultazioni definite farsa dagli oppositori, le ultime vinte con il 95% dei consensi in un Paese in macerie.
L’anno scorso, a maggio, Assad era stato anche ri-accolto nella Lega Araba dopo 12 anni: era stato espulso a causa della violenta repressione delle proteste. A Gedda, in Arabia Saudita, venne però accolto a braccia aperte dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Lo stesso che, come la Turchia di Recep Tayyip Erdogan, aveva finanziato le milizie sunnite per rovesciarlo nella guerra civile.
Il regime di Assad era stato sistematicamente accusato di torture e massacri nei confronti di dissidenti, oppositori e civili. Ha resistito alle sanzioni grazie al sostegno degli alleati Mosca e Teheran. Gli aerei siriani hanno bombardato anche cliniche e ospedali, raso al suolo intere città o quartieri occupati dai ribelli. Nell’agosto 2013 l’episodio degli attacchi con armi chimiche più grave del conflitto. La guerra era diventata silente, mai completamente finita ma sopita anche per via della sconfitta sul campo del sedicente Stato Islamico che approfittando del caos aveva conquistato territorio e stabilito la sua capitale a Raqqa. Assad era riuscito a riconquistare tutte le città perdute nel conglitto. Pochi giorni fa i ribelli islamisti hanno fatto ripartire la rivolta, conquistando Idlib fino alla capitolazione di queste ore.
Dov’è Assad
I ribelli hanno filmato le immagini del loro ingresso nella casa del dittatore. Secondo alcune notizie rilanciate da agenzie internazionali, i ribelli sarebbero arrivati a Tartus e Latakia, dove starebbero prendendo il controllo anche delle due città affacciate sul Mediterraneo che ospitano le basi di Mosca. I miliziani stanno interrogando ufficiali militari e membri dei servizi segreti per scoprire dove si trovi il presidente. Già nei giorni scorsi Wall Street Journal, Telegraph e Bloomberg scrivevano di un accordo che permetteva al presidente un esilio a Tehran. L’intesa era stata smentita. Assad non appare in pubblico da una settimana. Secondo altre notizie la moglie sarebbe a Mosca, il figlio Hafez avrebbe conseguito un dottorato proprio nella capitale russa a fine novembre.