Il leader delle milizie

Chi è Al Jolani: il capo dei ribelli Hts in Siria: il vero nome Ahmes al-Sharaa, la taglia da 10 milioni, la trasformazione di al Nusra

Prometteva la Sharia, la guerra agli infedeli, oggi si presenta come un moderato che tutela le minoranze. "A 40 anni pensi in un modo, a 20 in un altro”. La trasformazione del gruppo jihadista e del suo leader che ha baciato in ginocchio la terra a Damasco

Esteri - di Redazione Web

8 Dicembre 2024 alle 20:10 - Ultimo agg. 10 Dicembre 2024 alle 12:04

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Chi è davvero Abu Mhammad Al Jolani, che dopo la conquista di Damasco da parte dei ribelli al dittatore Bashar al Assad ha deciso di farsi chiamare con il suo nome di battesimo, Ahmes al-Sharaa? Chi è veramente: il leader che prometteva guerra santa a tutti i nemici, l’imposizione della sharia, o quello che oggi si mostra conciliante e moderato, che raccomanda non vengano perpetrate ingiustizie ai danni di minoranze e infedeli? È arrivato oggi a Damasco, il capo della milizia jihadista Hayat Tahrir al-Sham. Ha baciato il terreno, come si vede in un video diffuso sui social, e tenuto un discorso in una delle moschee più importanti del mondo islamico.

Sempre lui, Al Jolani, nome di battaglia ispirato alle Alture del Golan, figlio e nipote di combattenti, ispirato alla jihad dalla questione palestinese, era lo stesso che nel 2014 prometteva di instaurare la sharia e prometteva guerra agli infedeli sciiti, drusi, cristiani e alawiti. A quei tempi era ai vertici di al Nusra. HTS negli anni è passato da un’alleanza con lo Stato Islamico a un giuramento di fedeltà ad Al Qaeda allo smarchamento degli ultimi giorni, una sorta di operazione di moderazione per rendersi credibile.

La trasformazione di Hayat Tahrir al-Sham

Era comunque da anni il gruppo considerato più solido tra quelli dell’opposizione al regime di Assad. L’avanzata è scattata il 28 novembre, nella provincia del nord di Idlib. L’offensiva è parsa inarrestabile, la difesa delle forze governative inesistente. Sono cadute una alla volta Aleppo, Hama, Homs, Daraa, Deir Ezzor, Damasco, Latakia e Tartus sulla costa. Assad non era mai riuscito a riconquistare Idlib: l’esercito siriano, con quello della Russia che l’aveva già salvato dalla capitolazione con l’intervento nel 2015, ha condotto qualche bombardamento ad Aleppo e in aree circostanti fino ai primi di dicembre. Gli alleati di Damasco, Mosca e Iran, si sono progressivamente sfilati. Assad governava da 24 anni, dalla morte del padre Hafez nel 2000, salito al potere nel 1971.

La guerra civile e la lotta contro Assad

HTS nel 2011, quando esplose la guerra civile, aveva un altro nome: Jabhat al Nusra, uno dei gruppi dell’opposizione ad Assad più efficaci e armati, islamista, sostenuto dall’Isis, considerato dall’Occidente un’organizzazione terroristica. Da posizioni estremiste, dunque, è passato a quelle più moderate di questi giorni. Al-Jolani rifiutò l’affiliazione al sedicente Stato Islamico di Abu Bakr al Baghdadi e si proclamò fedele ad Al Qaeda. Con l’Isis si scontrò diverse volte sul campo. Il gruppo divenne Jabhat Fatah al Sham nel 2016 e nel 2017 interruppe qualsiasi collaborazione con al Qaeda e cambiò definitivamente il suo nome.

 

Il gruppo aveva abbandonato ogni ambizione di jihad internazionale. Si è rafforzato politicamente, si è strutturato, si è stabilito e ha amministrato la regione di Idlib. Contestualmente ha intrapreso un percorso di moderazione politica e ideologica dall’interpretazione stretta e dura della legge islamica. Al-Jolani ha progressivamente cambiato la sua immagine: ha mostrato il suo volto, ha dismesso la divisa militare, ha indossato vestiti da civile, ha tagliato la barba, si è presentato come un politico. Alla CNN negli ultimi giorni ha detto: “A 20 anni pensi in un modo, a 40 in un altro”.

Al Jolani a Damasco

Ancora oggi, dal 2013, pende sulla sua testa una taglia da 10 milioni di dollari per informazioni sul leader dei ribelli stabilita dagli Stati Uniti, che però nel frattempo con Al-Jolani hanno trattato in più occasioni. Il programma “Rewards for Justice” prevede che tutte le proprietà e gli interessi di sua proprietà che sono soggetti alla giurisdizione degli USA sono bloccati e alle persone statunitensi è generalmente vietato impegnarsi in qualsiasi transazione con lui.

Al Jolani marciato di città in città fino a Damasco alla guida dell’HTS, al fianco del cosiddetto Esercito Nazionale Siriano, milizia sostenuta dalla Turchia. Un’avanzata inarrestabile durata appena 11 giorni. Al- Jolani ha chiesto festeggiamenti moderati e nessuna violenza contro la popolazione. “Non c’è spazio per tornare indietro, il futuro è nostro. Non è necessario usare troppa violenza”. Si è “inginocchiato prostrandosi a Dio in segno di ringraziamento”, si legge su Telegram.

 

“Questa è una vittoria per la nazione islamica”, ha annunciato parlando di una transizione ordinata e pacifica del potere. “Continuiamo a lavorare con determinazione per raggiungere gli obiettivi della nostra rivoluzione … Siamo determinati a completare il percorso iniziato nel 2011″, ha detto nel suo discorso alla moschea degli Omayyadi di Damasco facendo riferimento ai massacri e alle stragi del regime di Bashar al Assad durante gli anni della guerra civile. “Non smetteremo di combattere finchè non saranno garantiti tutti i diritti del grande popolo siriano. Il futuro è nostro e ci stiamo muovendo verso la vittoria”.

8 Dicembre 2024

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