Ma niente tregua

Israele: cosa ha deciso l’Aia sul genocidio a Gaza

Si è pronunciata la Corte Internazionale di Giustizia, la giudice Donoghue: "Consapevoli della tragedia umana in corso, necessario che si faccia tutto il possibile per favorire gli aiuti umanitari nella regione". Lo Stato Ebraico ha un mese di tempo per presentare le nuove prove

Esteri - di Redazione Web

26 Gennaio 2024 alle 14:15 - Ultimo agg. 26 Gennaio 2024 alle 18:36

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Israele: cosa ha deciso l’Aia sul genocidio a Gaza

La giudice Joan Donoghue ha affermato che la Corte internazionale di giustizia è “profondamente consapevole della portata della tragedia umana che si sta verificando nella regione ed è profondamente preoccupata per la continua perdita di vite umane e sofferenza umana“. Donoghue ha aperto l’udienza all’Aia in cui la Corte è stata chiamata a emettere una sentenza preliminare del processo in cui il Sudafrica ha accusato Israele di genocidio e in cui potrebbe chiedere allo Stato Ebraico di fermare l’offensiva militare nella Striscia di Gaza.

La decisione è poi arrivata e la Corte ha archiviato il ricorso presentato da Israele. La giudice Donoghue ha intimato al governo guidato da Benjamin Netanyahu di tornare all’Aia tra un mese, per presentare le prove sul proprio impegno, volto a impedire un genocidio nella Striscia. Per la giudice la Corte, ”ha la giurisdizione per pronunciarsi in merito, ci sono prove sufficienti per una valutazione

Inoltre, l’Aia ha detto che Israele, oltre ad adempiere a tutti gli obblighi internazionale, deve adottare misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura dei servizi di base e dell’assistenza umanitaria urgenti e necessari per affrontare le condizioni di vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza.

La Corte ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza: l’Aia obbliga Israele ad adottare ulteriori misure per proteggere i palestinesi, ma non gli ordina di porre fine alle operazioni militari nella Striscia di Gaza.

Le reazioni internazionali

Non si è fatta attendere la reazione israeliana. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che l’accusa di genocidio mossa contro Israele alla Corte mondiale è “oltraggiosa” e ha detto che farà tutto il necessario per difendersi. “Come ogni paese, Israele ha il diritto intrinseco di difendersi“, ha affermato in una dichiarazione in inglese. “Il vile tentativo di negare a Israele questo diritto fondamentale costituisce una palese discriminazione contro lo Stato ebraico, ed è stato giustamente respinto“.

La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è unmarchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni“, ha aggiunto il premier Netanyahu secondo cui “Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all’autodifesa“.

Di tutt’altro tono le dichiarazioni provenienti dalla Striscia. “Quello dell’Aja è un passo importante che contribuisce a isolare Israele ed esporre i suoi crimini a Gaza“, spiega un esponente di Hamas citato dai media internazionali e ripreso da quelli israeliani, facendo appello che Israele “applichi le decisioni” della Corte internazionale di giustizia.

Sulla stessa linea la dichiarazione congiunta dell’Alto rappresentante e della Commissione europea dopo l’ordinanza della Corte dell’Aja, in cui si sottolinea che le sue decisioni “sono vincolanti per le parti e queste devono rispettarle: l’Unione europea si aspetta la loro piena, immediata ed effettiva attuazione“.

26 Gennaio 2024

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