Sveglia Italia!
Sciopero generale, il sindacato è tornato: mezzo milione in persone in piazza sfidano la destra
Qualche incidente a Torino. Landini dice che bisogna rovesciare il paese come un guanto. Il sindacato da forza all’opposizione e questo preoccupa la destra
Editoriali - di Piero Sansonetti
Salvini aveva precettato gli autisti dei bus, con lo scopo evidente di dire: lo sciopero generale non è un diritto scontato. Però la risposta a Salvini è stata molto forte. Lo sciopero generale, indetto da Cgil e Uil, ha avuto un grande successo in tutt’Italia. per cento di adesioni. E in 50 città ci sono state manifestazioni in piazza molto grandi. Cortei, comizi. Maurizio Landini, il capo della Cgil, ha detto che in piazza c’erano almeno mezzo milione di persone. E forse è stato prudente.
Michele De Palma, che è il capo dei metalmeccanici della Cgil, ha denunciato “il clima di aggressione che si è determinato nei confronti del sindacato e dei nostri segretari generali Bombardieri e Landini”. Ha detto che “questa aggressione non ha avuto nessun contenimento”. I giornali online, ieri mattina, riducevano lo sciopero a qualche episodio. I leggeri scontri tra polizia e studenti che ci sono stati a Torino e il piccolo rogo di fantocci di carta che raffiguravano Meloni, Salvini e qualche altro ministro. Io non amo affatto i roghi. Neppure i roghi simbolici, che pur essendo simbolici richiamano ai roghi veri. E i roghi sono il punto più basso del pensiero e dell’azione reazionaria. Da sempre. Dal rogo di Giordano Bruno ai roghi delle streghe, ai roghi di libri organizzati dai nazisti. Però, diciamo la verità: ha ragione De Palma. La criminalizzazione del sindacato, e in particolare di Landini, alla quale abbiamo assistito negli ultimi giorni da parte dei politici e dei mass media, non solo di destra, aveva una potenza di fuoco molto superiore a quella dei fiammiferi usati da un piccolo gruppo di studenti torinesi.
È un buon segno che l’Italia sia tornata a scioperare. E sia tornata in piazza. Direi che è un buon segno persino il fatto che la destra abbia messo in piedi una campagna molto ben sostenuta contro Landini e Bombardieri. Perché è un buon segno? Perché vuol dire che il sindacato è tornato a fare paura. Ed è tornato a fare paura perché è tornato a fare opposizione. L’accusa che viene rivolta a Landini e al sindacato è quella di avere rinunciato a fare il sindacato e di avere scelto la via della battaglia politica. Non capisco cosa dovrebbe fare il sindacato come lo concepiscono loro: qualche vertenza aziendale, possibilmente senza scioperi o manifestazione chiassose ma semplicemente chiedendo generosità al padrone? Sì, penso che l’idea sia questa. Forse loro non ricordano quanta politica facevano i sindacati di Lama, di Carniti, di Trentin, e come, quel loro modo di far politica, fece crescere la democrazia italiana, l’economia italiana, la cultura e l’istruzione, e come sconfisse le spinte eversive della destra e la lotta armata.
Con lo sciopero di ieri il sindacato è tornato al suo ruolo vero. Che è quello di fermare l’avanzata politica ed economica dei profitti sul lavoro. E dei ricchi sui poveri. E dei potenti sui deboli. Ed è quello di fermare la spinta poderosa all’aumento delle ingiustizie sociali che si spigiona, quasi incontenibile, da 40 anni. Tutti i dati dell’economia dicono che negli ultimi 40 anni rendite e profitti si sono mangiati almeno un terzo del monte salari e pensioni. Una rivoluzione sociale pazzesca e antipopolare. Negli ultimi anni si è accentuata, mentre gli altri paesi europei percorrevano un sentiero inverso. E tutti i dati politici dicono che negli ultimi anni la potenza delle lotte sindacali si è attenuata e quasi dimezzata. Lo spiegava molto bene ieri, sul manifesto, Emiliano Brancaccio. Sono questi due dati a illustrare lo stato delle cose.
La sinistra – diciamo pure la sinistra sociale – ha subìto una quantità di sconfitte. La destra ha portato a casa molte vittorie. Sia in termini di economia e di accumulazione di ricchezze, sia in termini di potere politico. L’ultimo governo di sinistra – che pure aveva fortissime tendenze centriste e moderate – è stato quello di Romano Prodi fatto cadere dalla magistratura nel 2008. Quasi 17 anni fa. Da allora solo destra, o centro (Letta, Renzi e Gentiloni) o tecnocrati liberisti (Monti e Draghi). E poi questo governo di oggi, che è il governo più reazionario della storia d’Italia, dopo il governo Mussolini.
Probabilmente lo scossone politico al quale abbiamo assistito ieri con lo sciopero suonerà come un campanello d’allarme anche per la Meloni (che è la più sveglia nello schieramento di maggioranza) la quale fino a ieri era convinta che se hai vinto le elezioni hai diritto a fare quello che ti pare per cinque anni senza discuterne con nessuno. Ora è importante che scenda in campo, al fianco del sindacato, la sinistra politica. Il Pd e gli esponenti dei partiti di opposizione ieri erano presenti in tutte le piazze. Devono alzare la voce. Forse la prima cosa da fare è ottenere il salario minimo. Come? Con una rivolta sociale che sia anche rivolta politica.