Il delitto di Senago
Alessandro Impagnatiello condannato all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Tramontano: “Nessuna vendetta, nessuna vittoria”
Il verdetto alla Corte d'Assise al termine del processo di primo grado. La famiglia della vittima: "Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto"
Cronaca - di Redazione Web
Condannato all’ergastolo Alessandro Impagnatiello. Si può parlare di una sentenza annunciata, di un verdetto annunciato. L’ex barman era accusato di aver ucciso a coltellate la fidanzata Giulia Tramontano, 29 anni, incinta di sette mesi di Thiago, concepito proprio con l’imputato. Il delitto di Senago, provincia di Milano, è stato per via dell’efferatezza e della dinamica uno dei più mediatici degli ultimi anni, con quello di Giulia Cecchettin il più mediatico del 2023. I media hanno fatto notare come la sentenza sia arrivata proprio in concomitanza con la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ogni anno celebrata il 25 novembre.
La Corte d’Assise ha emesso il verdetto al termine del processo di primo grado per omicidio volontario pluriaggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere. I giudici hanno inflitto all’imputato anche l’isolamento diurno. Non hanno riconosciuto alcuna attenuante e hanno escluso soltanto l’aggravante dei futili motivi mantenendo quelle della premeditazione, della crudeltà e del rapporto di convivenza.
- Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano: nella Giornata contro la violenza sulle donne la richiesta di condanna a Turetta e la sentenza a Impagnatiello
- Cosa ha detto Impagnatiello, la confessione sull’omicidio di Giulia Tramontano: “Le ho dato il veleno per procurale l’aborto”
- Omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello chiede scusa: “Sconvolto e perso, me ne sono andato anche io”
- Giulia Tramontano avvelenata da Impagnatiello: “Tracce di topicida anche nel feto del piccolo Thiago”
Oltre all’ergastolo la Corte ha applicato sette anni di reclusione per le imputazioni di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. Impagnatiello al momento è detenuto presso il carcere di San Vittore a Milano. È difeso dagli avvocati Giulia Geradini e Samanta Barbaglia. Dovrà risarcire con provvisionali da 200mila euro ciascuna il padre e la madre di Giulia e con 150mila euro a testa il fratello e la sorella della vittima. È rimasto impassibile alla lettura del verdetto.
La famiglia della vittima si è abbracciata in pianto. In aula erano presenti la madre della 29enne, Loredana Femiano, il marito Franco, la sorella di Giulia, Chiara, e il fratello Mario. Un timido applauso si è levato in aula. “Non abbiamo mai parlato di vendetta, non esiste vendetta. Abbiamo perso una figlia, un nipote, abbiamo perso la nostra vita. Io non sono più una mamma, mio marito non è più un papà, i nostri figli saranno segnati a vita da questo dolore”, ha detto Loredana Femiano, citata dall’ANSA. “Quello che abbiamo perso non lo riavremo mai. Oggi non abbiamo vinto, abbiamo perso in tutto”, ha aggiunto Franco Tramontano.
“Giulia è una mamma uccisa dal suo compagno, ma per noi è anche una donna di coraggio che magari stimoli le donne che vivono in circostanze di vessazione e paura ad andare via prima”, ha detto Chiara Tramontano, sorella di Giulia, citata dall’ANSA. “Se da questo potrà nascere qualcosa per aiutare le altre donne faremo il possibile. Il suo nome è libertà, coraggio e determinazione”. La sentenza “non è una vittoria – ha dichiarato ad AdnKronos l’avvocato della famiglia Tramontano – Loro sono stati sconfitti quando Giulia ha smesso di vivere per la bieca e malvagia responsabilità di quello che doveva essere il suo compagno e il padre di suo figlio”.
Il caso di Giulia Tramontano: il verdetto nel processo a Impagnatiello
29 anni. Era incinta di Thiago, Giulia Tramontano, concepito proprio con Alessandro Impagnatiello, col quale viveva a Senago. È sparita nel nulla la sera di sabato 27 maggio 2023. Le indagini si concentrarono subito sul fidanzato che aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri. Furono accelerate dal ritrovamento di tracce di sangue nell’automobile del ragazzo. Il primo giugno 2023 la confessione del 30enne che indicava l’anfratto dove aveva nascosto il cadavere, avvolto in sacchetti di plastica.
Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate, almeno due i tentativi di dare fuoco al cadavere. Chiesto il giudizio immediato per omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere con le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi e del legame che univa i due. “Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch’io me ne sono andato perché non vivo più”, ha detto in aula il barman senza mai ammettere un movente. Per gli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti l’imputato era capace di intendere e di volere.