25 novembre
Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano: nella Giornata contro la violenza sulle donne la richiesta di condanna a Turetta e la sentenza a Impagnatiello
I due casi di femminicidio che hanno attirato più attenzione a livello nazionale. Per il Viminale sono aumentati del 15% i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell'81% dei casi
Cronaca - di Redazione Web
Giulia Cecchettin e Giulia Tramontano, proprio oggi, nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Per il caso della prima, oggi la richiesta di condanna per Filippo Turetta, l’ex fidanzato accusato di averla uccisa e di averne occultato il cadavere. Per il caso della seconda, oggi il verdetto nel processo ad Alessandro Impagnatiello, l’ex barman e compagno della ragazza accusato di averla uccisa a coltellate. Tramontano era anche incinta di un figlio, Thiago, concepito proprio con l’ex compagno. Due casi che hanno attirato un’attenzione mediatica enorme, per efferatezza e dinamica, che a ricordarli oggi, comprese le coincidenze giudiziarie, fanno ancora più effetto.
Si celebra il 25 novembre, la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Per ricordare le sorelle Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, conosciute come le “Mariposas”, le farfalle, attiviste politiche della Repubblica Domenicana, uccise per ordine del dittatore Rafael Leonidas Trujillo nel 1960. Dal 2009, da un’installazione dell’artista messicana Elina Chauvet, le scarpe rosse sono diventate il simbolo della lotta contro gli abusi sulle donne.
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I dati del Viminale dal report “Il Punto-Il pregiudizio e la violenza contro le donne” hanno fatto registrare nei primi sei mesi, un aumento del 6% di atti persecutori, stalking, un reato che colpisce le donne nel 74% dei casi. Aumentano del 15% anche i maltrattamenti contro familiari e conviventi, che interessano le donne nell’81% dei casi. Le donne vittime di omicidio commesso dal partner o ex partner sono state il 67% di quelle uccise in ambito familiare/affettivo nel 2023, mentre nel 2022 erano il 58%. È questa il contesto di entrambi i casi.
Il caso di Giulia Cecchettin: la richiesta di condanna per Filippo Turetta
Il pm Andrea Petroni, alla corte d’Assise di Venezia, è pronto a chiedere l’ergastolo per Filippo Turetta. L’ex fidanzato di Giulia Cecchettin è imputato per omicidio volontario pluriaggravato, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Per il pm “il rapporto tra Giulia Cecchettin e l’imputato è caratterizzato da forte pressione, dal controllo sulla parte offesa, le frequentazioni, le amicizie, le uscite” quanto accade l’11 dicembre del 2023 è ”l’ultimo di quegli atti” di controllo. Turetta è detenuto presso il carcere Montorio, Verona. È reo confesso.
Su un foglio aveva appuntato gli oggetti da comprare per immobilizzare l’ex fidanzata, ha studiato le mappe per potersi disfare del corpo e ha organizzato la sua fuga da Vigonovo. L’aggravante dello stalking deriva tra le altre cose dalla mole esorbitante di messaggi inviati a Cecchettin e dall’app sul cellulare tramite cui si aggiornava sugli spostamenti della vittima. Quella della crudeltà dalle 75 coltellate inflitte alla vittima che aveva deciso di lasciarlo e di non voler tornare con lui. Domani le arringhe della difesa di Turetta che dovrebbe riprendere la parola. Sentenza attesa il 3 dicembre. Turetta è in aula durante la requisitoria.
Il caso di Giulia Tramontano: il verdetto nel processo a Impagnatiello
Aveva 29 anni ed era incinta di Thiago, Giulia Tramontano, sparita nel nulla la sera di sabato 27 maggio 2023 a Senago, dove viveva con il compagno. Le indagini si concentrarono subito sul fidanzato, Impagnatiello, che aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri. Furono accelerate dal ritrovamento di tracce di sangue nell’automobile del ragazzo. Il primo giugno la confessione del 30enne che indica l’anfratto dove ha nascosto il cadavere, avvolto in sacchetti di plastica.
Giulia Tramontano è stata uccisa con 37 coltellate, almeno due i tentativi di dare fuoco al cadavere. La procuratrice aggiunta Letizia Manella e la pm Alessia Menegazzo hanno chiesto il giudizio immediato per omicidio volontario aggravato, interruzione non consensuale di gravidanza e occultamento di cadavere con le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi e del legame che univa i due. “Non ci sono parole corrette da dire, affronto una cosa che rimarrà per sempre inspiegabile per la disumanità. Quel giorno ho distrutto la vita di Giulia e di nostro figlio, quel giorno anch’io me ne sono andato perché non vivo più”, dice in aula il barman.
Ha detto di non avere una risposta alla domanda su un movente. Per gli psichiatri Gabriele Rocca e Pietro Ciliberti l’imputato era capace di intendere e di volere. “Non poteva accettare lo ‘smascheramento’ con le conseguenze umilianti”. Nessun raptus, un atto premeditato. La richiesta dell’accusa è di ergastolo e isolamento diurno per 18 mesi. La difesa, rappresentata dalle avvocatesse Giulia Gerardini e Samanta Barbaglia, chiede invece la “pena minima”. La sentenza arriverà dopo 14 udienze.