Prima udienza
Omicidio di Giulia Tramontano, Alessandro Impagnatiello chiede scusa: “Sconvolto e perso, me ne sono andato anche io”
Le dichiarazioni spontanee dell'accusato reo confesso: "Non chiedo che queste scuse vengano accettate, l'unica cosa che faccio la sera è sperare di non svegliarmi più la mattina". La famiglia della vittima chiede l'ergastolo
Cronaca - di Redazione Web
Alessandro Impagnatiello è stato fotografato, filmato, seguito dai fotografi e dai giornalisti all’arrivo della Corte d’Assise di Milano. Ha pianto in aula, dov’è arrivato per la prima udienza del processo che lo vede accusato di omicidio volontario aggravato anche da premeditazione, crudeltà, futili motivi e dal vincolo affettivo, di occultamento di cadavere e procurata interruzione di gravidanza. L’ex barman 30enne è accusato di aver ucciso con 37 coltellate la compagna Giulia Tramontano incinta di sette mesi – uno dei casi di cronaca nera più violenti e seguiti nel corso del 2023. La prossima udienza è stata fissata per il 12 febbraio.
Giulia Tramontano aveva 29 anni, era incinta, al settimo mese di gravidanza. Avrebbe chiamato il figlio Tiago. È sparita nel nulla in un fine settimana del maggio 2023. Viveva a Senago, in provincia di Milano, con il compagno. Il suo corpo è stato ritrovato qualche giorno dopo. Impagnatiello ha confessato l’omicidio. È detenuto al carcere di San Vittore. La Corte d’Assise presieduta dalla giudice Antonella Bertoja ha negato la possibilità di realizzare “riprese audio-visive” se non “alla lettura del dispositivo” di sentenza. La difesa ha descritto come sincero il pentimento dell’assistito. Continua a puntare sulla perizia psichiatrica.
- Giulia Tramontano avvelenata da Impagnatiello: “Tracce di topicida anche nel feto del piccolo Thiago”
- Giulia Tramontano preparava il battesimo di Thiago, la lettera della sorella Giulia: “Ci ha ammazzati mammina”
- Giulia Tramontano è stata uccisa, trovato il corpo della 29enne incinta: il fidanzato ha confessato
Le scuse d Alessandro Impagnatiello
“Sto chiedendo unicamente a tante persone scusa ma non sarà mai abbastanza”, ha detto Impagnatiello nelle dichiarazioni spontanee in aula. “Sono stato preso da qualcosa che risulterà sempre inspiegabile e da disumanità. Ero sconvolto e perso. Quel giorno ho distrutto il bambino che ero pronto ad accogliere. Quel giorno anche io me ne sono andato, sono qui a parlare ma non vivo più. In un giorno ho distrutto la vita di Giulia e del figlio che aspettavamo. Non chiedo che queste scuse vengano accettate, perché sto sentendo ogni giorno cosa vuol dire perdere un figlio e molto di più, non posso chiedere perdono. So solo che possono essere ascoltate e se questa è l’occasione per farlo, allora porgo le scuse alla famiglia in primis. Mi metto a nudo. L’unica cosa che io oggi faccio la sera è sperare di non svegliarmi più la mattina. Chiederò per sempre scusa a queste persone finché sarò qui”.
La famiglia di Giulia Tramontano
L’avvocato di parte civile ha osservato prima dell’inizio dell’udienza come la famiglia della vittima stia chiedendo che la “condotta sia sanzionata come merita”: chiede la condanna all’ergastolo. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, in una storia Instagram pubblicata dopo l’udienza ha commentato le dichiarazioni dell’accusato. “Puoi chiedere scusa se per errore hai urtato lo specchietto della mia auto. Non puoi chiedere scusa se hai avvelenato mia sorella e mio nipote, prendendoci in giro e deridendone la sua figura”. Giulia Tramontano è uscita dall’aula con il padre quando Impagnatiello ha parlato. Sono rimasti dentro la madre e il fratello Mario.
Le parti civili e la prossima udienza
In aula anche l’ex pm Antonio Ingroia, avvocato che rappresenta il Comune di Senago, che aveva chiesto di essere parte civile. Ha definito evidente la “premeditazione lucida e spietata” descritta come “un esempio di brutalità”. E ha aggiunto: “Non credo che ci siano tracce o indizi su un vizio di mente, c’è stata lucidità nell’intento criminale”. La richiesta à stata infine respinta dalla Corte d’Assise come quelle dell’Associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse “Penelope” e della Fondazione campana Polis – Politiche integrate di sicurezza per le vittime innocenti.
Fissata per il 12 febbraio la prossima udienza presso la Corte d’Assise di Milano durante la quale saranno sentiti i primi testimoni dell’accusa. Il 7 marzo saranno interrogate Loredana e Chiara Tramontano, madre e sorella della vittima, e la ragazza che aveva avuto una relazione con l’imputato contemporaneamente a quella con Giulia Tramontano. La Corte ha accolto le prove presentate dall’accusa: 33 tra testimonianze, video privati, immagini delle telecamere e chat.