La difesa d'ufficio
Meloni si schiera con Delmastro e Valditara, la premier in difesa dei suoi: “Incidenza tra immigrazione e violenze su donne”
Politica - di Redazione
Giorgia Meloni alza un muro di fronte alle critiche e alle polemiche che hanno coinvolto nelle ultime ore due esponenti del suo esecutivo come il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro.
La presidente del Consiglio lo fa da Rio De Janeiro, nel corso di un punto stampa tenuto durante il G20 in Brasile. Una premier visibilmente alterata con i giornalisti, seccata di fronte a chi tra i presenti le chiedeva di commentare l’uscita dell’esponente di FdI Delmastro, colui che prova “intima gioia nel vedere non respirare i detenuti” nelle nuove auto blindate della Polizia penitenziaria pensate per il trasporto dei detenuti al 41bis.
La difesa di Delmastro
Parole pronunciate mentre nelle carceri italiane sono già 80 i detenuti morti per suicidio nel 2024. Eppure la premier non ci vede nulla di sbagliato, nulla di censurabile, anche perché Meloni pensa bene di stravolgere il senso delle dichiarazioni del suo sottosegretario. “Ha detto che gode nel vedere non respirare la mafia. Se questo vi scandalizza, prendo atto”, dice Meloni. I cronisti insistono, lei tiene il punto: “Ho detto che sono scandalizzata del fatto che qualcuno dica che questo governo non voglia far respirare la mafia. Se questo la scandalizza credo che sia un problema suo”, aggiunge entrando nell’auto blu e andando via.
La difesa di Valditara
Quindi l’altra difesa d’ufficio, quella del ministro Valditara. Lunedì il titolare dell’Istruzione, in un videomessaggio inviato per la presentazione alla Camera della Fondazione intitolata a Giulia Cecchettin, la giovane vittima di femminicidio diventata un vero e proprio caso nazionale, aveva legato l’aumento dell’immigrazione illegale all’incremento della violenza sulle donne.
Una tesi bislacca e non giustificata dai dati, ma soprattutto parole a dir poco fuori luogo nel contesto in cui sono state pronunciate: non a caso la sorella di Giulia Cecchettin, Elena, era stata costretta a ricordare al ministro che il killer della sorella, Filippo Turetta, è “un ragazzo bianco, italiano e ‘per bene’”, invitando Valditara ad evitare “di fare propaganda”.
Anche qui la premier non riesce a prendere le distanze dai suoi, ad ammettere l’uscita sbagliata del ministro. Meloni parla di un “tema che siamo purtroppo di là da risolvere” e di cause che “vanno affrontate tutte quante”, salvo poi dire che “ci sono sicuramente dei dati che parlano anche di un’incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa”, senza specificare quali siano.
E anche qui Meloni, come Valditara, lega immigrazione a violenze sulle donne: in particolare la presidente del Consiglio dice che questo legame “è una delle ragioni per le quali l’Italia continuerà a lavorare per fermare l’immigrazione illegale di massa”.
Parole che non si sposano con quelle pronunciate oggi dal capo dello Stato Sergio Mattarella all’assemblea nazionale di Confesercenti, dove il presidente della Repubblica ha sottolineato come stia “crescendo la presenza di aziende guidate da cittadini immigrati” e che “dal commercio giunge pertanto anche un impulso all’integrazione, potente fattore di sicurezza”.