L'ipocrisia del ministro
Strage di Cutro, l’indegno silenzio di Piantedosi su quei morti in mare
Cronaca - di Ammiraglio Vittorio Alessandro

Signor Ministro Piantedosi, ho letto la sua dichiarazione. Anch’io “conosco la competenza e la dedizione di tutti gli appartenenti alla guardia di Finanza e alla capitaneria di Porto che, quotidianamente, profondono…” eccetera. Anch’io “auspico che anche per i servitori dello Stato valga il principio costituzionale di non colpevolezza fino a sentenza definitiva”.
La sua, però, è la rituale, ipocrita, espressione – stavolta più che mai indegna e fuori posto – di chi abbandona le persone al proprio destino: i militari che si sono attenuti alle sue direttive criminogene e le tante persone morte in mare a causa di quelle direttive e di superiori ossequiosi. La sua dichiarazione non fa cenno a quei morti e all’attesa di giustizia. Del resto lei spiegò, subito dopo il naufragio di Cutro, che la colpa di quella tragedia era stata dei migranti “che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. Per lei, signor Ministro, il discorso era già chiuso allora.
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Questo dimostra quale sia il paesaggio di valori che la ispira e cosa da esso possiamo ancora attenderci. Non so se siano preferibili le sue bugie o le “verità” che da quel paesaggio ogni tanto promanano. Stia bene.