La bufala

Fango su Ong e attivisti: le vittime collaterali della guerra di Netanyahu

Cancellata la conferenza stampa dell’attivista Jabarin perché “terrorista”. Ma era una bufala della stampa: è solo l’ultimo attacco alle organizzazioni umanitarie impegnate in Palestina

Esteri - di Silvia Stilli

18 Luglio 2024 alle 15:30

Condividi l'articolo

Fango su Ong e attivisti: le vittime collaterali della guerra di Netanyahu

Sono ormai quasi 39mila le vittime civili a Gaza, dopo 8 mesi di occupazione militare israeliana a seguito dei massacri di Hamas del 7 ottobre, e migliaia quelle disperse. I dati dell’8 luglio scorso delle Nazioni Unite indicavano 553 palestinesi uccisi in Cisgiordania, mentre i coloni israeliani stanno intensificando indisturbati l’espropriazione delle terre dei palestinesi con la violenza di sempre. Le zone definite “umanitarie” a Gaza, sulla carta escluse da bombardamenti, di fatto sono obiettivi militari, con la giustificazione che tra i civili ci possono essere capi militari di Hamas, come avvenuto sabato scorso per l’accampamento di Khan Younis.

Nonostante la Corte internazionale di giustizia a maggio scorso abbia ribadito l’obbligo del cessate il fuoco e l’interruzione dell’offensiva israeliana, in base alla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio, chiedendo lo sblocco dell’entrata degli aiuti da Rafah. Aoi, Arci, Amnesty International e Assopace avevano organizzato nel mese di marzo la carovana per Rafah per accompagnare, con parlamentari e giornalisti, l’entrata dei container di aiuti e incontrare le organizzazioni umanitarie palestinesi e internazionali. Il percorso non si è fermato in quell’occasione, con la richiesta al nostro governo di andare oltre il generico appello al cessate-il-fuoco, nel rispetto delle sentenze della Corte internazionale e del Tribunale penale, che ha emesso mandato di arresto per Netanyahu e i capi di Hamas. La popolazione civile di Gaza non deve essere lasciata al proprio destino. Le uniche presenze garantite in questi mesi dall’Italia nella Striscia sono state quelle delle organizzazioni della società civile impegnate nell’umanitario, che hanno utilizzato fondi propri, visto peraltro il blocco imposto delle iniziative già finanziate dall’Agenzia italiana per la Cooperazione internazionale.

Per martedì 16 luglio Aoi, Arci, Amnesty International e Assopace avevano convocato una conferenza presso la sala stampa della Camera dei deputati, invitando l’intergruppo parlamentare per il dialogo tra Israele e Palestina, con un obiettivo preciso, quello di portare alla conoscenza dei giornalisti, della politica e dell’opinione pubblica la verità sulle continue vessazioni che da molti anni subiscono dal governo israeliano le organizzazioni palestinesi per i diritti umani. Affrontando la vicenda di Shawan Jabarin, direttore generale di Al-Haq, la più importante e antica organizzazione per i diritti umani del Medio oriente, che ha visto nel contesto italiano un successo in termini di giustizia. Nel dicembre 2021, Shawan aveva partecipato ad un’audizione del comitato per i Diritti umani della Camera in merito appunto alla criminalizzazione delle ong palestinesi per l’accusa da parte del governo israeliano verso cinque di loro, tra cui Al-Haq, di essere “organizzazioni terroristiche”. Non sono state mai fornite prove ed è quindi emersa la volontà persecutoria nei loro confronti. In occasione di quell’audizione a Roma, alcune testate giornalistiche ripresero queste accuse facendole proprie, di fatto. Da qui le misure di tutela legale messe in atto da Shawan Jabarin e le sue querele per diffamazione nei loro confronti, che hanno portato ad un provvedimento disciplinare comminato dall’Ordine dei giornalisti del Lazio verso alcune testate e all’accordo tra uno dei principali quotidiani italiani e Jabarin per evitare l’esercizio dell’azione penale che il tribunale di Milano aveva disposto.

La presenza fisica dell’avvocato Nicola Quatrano, solo in qualità di legale di Jabarin, autore nei mesi scorsi di un infelice e grave post rivolto alla senatrice a vita Liliana Segre per le sue dichiarazioni sugli attacchi a Gaza, presenza poi cancellata dal programma, ha scatenato una reazione di violento attacco dell’onorevole di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, sia contro le organizzazioni promotrici della conferenza, che verso il gruppo di parlamentari impegnato nel dialogo tra Israele e Palestina. Una parte della carta stampata ha ripreso la definizione di “terrorista” nei confronti di Jabarin e di soggetti fiancheggiatori in riferimento ad Aoi, Arci, Amnesty International e Assopace. Donzelli ha strumentalmente utilizzato il post di Quatrano per distogliere l’attenzione dal vero movimento antisemita dei giovani di Forza Italia, portato alla luce dall’inchiesta di Fanpage. In Parlamento e nelle sue pagine social il 12 ottobre Donzelli raggiunge il peggior livello di attacchi e offese a colleghe e colleghi in Parlamento e nei confronti di Jabarin. Arci, Aoi, Amnesty International e Assopace hanno deciso lunedì di cancellare la conferenza, per evitare un’ulteriore esposizione mediatica di Jabarin, dato che la politica non è matura per confronti e scambi e con lei anche ampia parte del giornalismo, che in questi giorni ha enfatizzato le dichiarazioni di Donzelli. Non si torna indietro, anzi, si punta a costruire un luogo “neutro”, fuori da sedi istituzionali, un confronto aperto sui temi proposti per la conferenza, alla presenza di Jabarin, ci auguriamo.

18 Luglio 2024

Condividi l'articolo