La decisione
Anan Yaeesh, la Cassazione conferma il carcere all’attivista palestinese ma nega l’estradizione in Israele
Anan Yaeesh resta in carcere a Terni, ma per il 37enne palestinese si allontana il rischio di essere estradato in Israele. È la decisione dei giudici della sesta sezione penale della Cassazione, che hanno confermato la misura cautelare nei confronti di Yaeesh, uno dei tre palestinesi arrestati a marzo con l’accusa di terrorismo.
Per gli altri due, Ali Irar e Mansour Doghmosh, ha invece annullato con rinvio in Corte d’Appello per la decisione. Per Yaeesh non c’è il ritorno in libertà, ma quantomeno la Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso presentato dal suo legale, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, respingendo la richiesta di estradizione presentata dallo Stato di Israele.
Le accuse contro Anan Yaeesh
Yaeesh, che vive e lavora a L’Aquila dal 2017, era stato arrestato assieme a Ali Irar e Mansour Doghmosh con l’accusa di aver finanziato un gruppo armato del campo profughi palestinesi in Cisgiordania, ’Tulkarem Brigade’.
“A gennaio 2023 – spiega all’Unità il suo legale – il governo italiano accoglieva la richiesta di arresto provvisorio a fini estradizionali avanzata dal governo israeliano nei confronti di Anan Yaeesh. Il crimine a lui addebitato era quello di essere un membro attivo della resistenza palestinese intrapresa in Cisgiordania”.
La battaglia legale per Anan Yaeesh
L’Italia, pedissequamente, inoltre la domanda di arresto alla Corte di Appello de l’Aquila che ne dispone l’arresto e la custodia cautelare in carcere.
A marzo la Corte d’Appello de L’Aquila disponeva la revoca della custodia cautelare in favore di Yaeesh, accogliendo il ricorso della sua difesa, e dichiarava non luogo a provvedere in ordine all’esistenza delle condizioni per l’accoglimento della domanda di estradizione, ritirata nel frattempo da Israele.
Tuttavia, esattamente due giorni prima la revoca della custodia cautelare disposta dalla Corte d’Appello, ad Anan, assieme a due ragazzi palestinesi amici dello stesso e con lo stesso dimoranti a l’Aquila, Ali Irar e Mansour Doghmosh, veniva notificata un’ordinanza di custodia cautelare perché accusati di terrorismo per aver partecipato alla lotta armata palestinese. Nell’aprile scorso il Tribunale della Libertà confermava l’ordinanza del Gip, spingendo così la difesa a ricorrere alla Cassazione: gli ermellini, pur confermando la misura cautelare, hanno quantomeno bloccato le richieste israeliane di estradizione.