L'appello al presidente

Meloni riceve a Roma un gruppetto di dittatori sanguinari che torturano e uccidono

"Teodorino, il figlio, il nostro ospite ricevuto in pompa magna dal governo italiano, perseguita in ogni modo quelli che pensa siano i suoi oppositori. Dagli incarichi ufficiali ottenuti dal padre ha lucrato e saccheggiato i beni della Guinea".

Interviste - di Angela Nocioni - 30 Gennaio 2024

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Il  vice presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Nguema Obiang Mangue
Il vice presidente della Guinea Equatoriale Teodoro Nguema Obiang Mangue

“Presidente Mattarella chieda a Teodoro Nguema Obiang Mangue, vice presidente della Guinea Equatoriale e figlio del tiranno al potere laggiù, di liberare immediatamente il cittadino italiano Fulgencio Obiang Esono. Lo tengono in cella dal 2019 in condizioni inumane, l’hanno rinchiuso in galera senza un vero processo dopo averlo accusato di voler rovesciare il tiranno, peraltro senza nessuna prova”.

L’appello al presidente della repubblica è di Massimo Alberizzi, ex inviato del Corriere della sera in Africa che ora dirige il sito Africa Express, una miniera di notizie tra cui quelle riguardanti questo ingegnere che viveva a Pisa dal 1988, rapito dai servizi del regime e condannato a 58 anni di carcere. I dettagli della sua terrificante storia li ha tirati fuori Sandro Pintus di Africa Express.

L’accusa è di aver tramato per un colpo di stato?
Nessuno riesce a capire come possa aver partecipato al presunto golpe del 2017, presunto sottolineo, visto che in quel periodo l’accusato era a Pisa dove viveva dal 1988.

L’avvocata Corrada Giammarinaro, della associazione di sostegno migranti per la quale Fulgencio Obiang Esono lavorava a Pisa, mi ha detto che “non c’è nessuna contezza di tutto ciò che riguarda la sua vita e la sua prigionia”, “non si sa con certezza nemmeno dove è detenuto e tantomeno quali siano le sue condizioni fisiche” e che “dal giorno del sequestro è stata vietata la visita consolare, la prima in tanti anni è stata promessa al console onorario italiano due mesi fa ma viene rimandata di settimana in settimana, non sappiamo nemmeno se l’hanno concessa”. Cosa sa lei?
Che si sono inventati un’accusa di sana pianta e che lo tengono in condizioni mostruose, una sorta di condanna a morte col contagocce. Ricordiamoci che si tratta di un italiano. E non si riesce a far muovere un dito al governo per tirarlo fuori di lì.

L’ospite a cui chiedere di liberarlo si chiama Teodorino Obiang Mangue ed è il figlio del dittatore, Teodoo Obiang Mangue. Chi è?
Il padre è salito al potere nella Guinea Equatoriale dopo aver ammazzato con le sue mani suo zio e il suo predecessore. Teodorino, il figlio, il nostro ospite ricevuto in pompa magna dal governo italiano, perseguita in ogni modo quelli che pensa siano i suoi oppositori. Dagli incarichi ufficiali ottenuti dal padre ha lucrato e saccheggiato i beni della Guinea. È per questo che è inquisito da diverse polizie occidentali. È un cleptocrate miliardario amante delle macchine Bentley e Lamborghini, anche antiche Bugatti. Ha comprato ville da sogno in mezzo mondo, poi sequestrate dalle varie polizie anticorruzione. Lui si gode i profitti derivanti dalla vendita del petrolio di cui la Guinea Equatoriale è ricchissima. Nel suo Paese la gente muore di fame giacché può contare su poco più di un dollaro al giorno. Il 19 gennaio 2013 Teodorino ha fatto arrestare l’italiano Roberto Berardi che era suo socio in una impresa aperta in Guinea. Berardi aveva poi scoperto operazioni sospette. Poche ore dopo aver chiesto spiegazioni al suo socio era stato arrestato dalla polizia equato-guineana con l’accusa di frode e appropriazione indebita. Era stato multato per 1,2 milioni di euro e tenuto in galera per quasi tre anni. Ma Teodorino è in ottima compagnia tra gli ospiti all’incontro organizzato dal governo italiano: di dittatori ce ne stanno diversi. I leader del Togo, della Repubblica del Congo. Per esempio il capo dell’Eritrea, Isaias Afeworki. È accusato di pesanti violazioni dei diritti umani, ha impedito all’Eritrea di avere una Costituzione e tiene in ostaggio la sua gente dove i giovani sono costretti a un servizio militare che si sa quando comincia ma non quando finisce. Sono vietati i partiti politici e chi dissente sparisce nelle galere segrete del regime. Dal 18 settembre 2001 una quindicina di ministri e funzionari governativi sono scomparsi, arrestati e non si sa da allora che fine abbiano fatto. C’erano anche miei amici tra loro.

I migranti di origine eritrea intercettati mentre tentano di arrivare in Italia finiscono per essere rispediti in Eritrea?
I giovani che tentano di scappare, se vengono riacciuffati finiscono nei centri di tortura del Paese e sottoposti a violenze inaudite e costretti a “corsi di rieducazione”. L’Italia se li fa deportare in Libia, poi ci pensa la Libia a deportarli in Eritrea dove vengono sistematicamente torturati soltanto per aver provato ad andarsene. Quando facciamo in modo che vengano riportati in Libia è nei lager che li mandiamo. In questo vertice l’Italia riceve con tutti gli onori capi di Stato e i loro rampolli con le mani sporche di sangue, ospitiamo affamatori di milioni di persone. Obbiettivo: fare affari assieme e far fermare a loro, a modo loro, il flusso dei migranti verso il nostro Paese. I diritti umani vanno tutelati, sì. Ma solo a parole.

30 Gennaio 2024

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