Il caso in Guinea

Chi è Teodorino Nguema Obiang Mangue, raccontato da Roberto Berardi: “Criminale condannato in mezzo mondo”

Parla l'imprenditore sbattuto in cella dal vicepresidente della Guinea. «Il mio sequestratore è ospite di riguardo del mio governo»

Interviste - di Angela Nocioni - 30 Gennaio 2024

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Chi è Teodorino Nguema Obiang Mangue, raccontato da Roberto Berardi: “Criminale condannato in mezzo mondo”

“Il mio sequestratore è ospite dell’Italia, invitato a Roma con tutti gli onori. Si chiama Teodorino Nguema Obiang Mangue e lo riceve la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. È disonorevole per il nostro governo far finta di nulla, quello è un impresentabile, non era da invitare”. Roberto Berardi, imprenditore di Latina è stato per due anni in cella dopo un processo farsa fatto allestire dal vicepresidente della Guinea equatoriale, chiamato Teodorino per distinguerlo dal padre suo omonimo.

Ha protestato per quest’invito?
Io sono un imprenditore e se protesto mi procuro dei guai. Avranno i loro interessi ad invitare un criminale, questo piano Mattei immagino sia un piano di sviluppo per l’Eni. Non escludo che la famiglia di Teodorino faccia in qualche modo parte di qualche conglomerato in particolare nigeriano che ha ricomprato degli asset dagli Eni. Quel che è certo è che Teodorino ha condanne per vari crimini e indagini in corso in tutto il mondo, in Brasile, alle Canarie, in Francia, negli Stati uniti e che le sue galere sono luoghi infernali in cui si entra per suo volere senza un vero processo. Io mi sono salvato e sono riuscito a uscire alla fine perché la situazione la prese in mano Kofi Annan, l’ex segretario generale dell’Onu, e riuscì a imporre un rilascio senza condizioni. Tajani che allora stava al Parlamento europeo si era speso, poi tutto naufragò e non se ne fece più nulla fino all’intervento di Koki Annan. Io avevo lasciato le copie di tutti gli incartamenti perché avevo paura e con quei documenti quando mi hanno arrestato è stato possibile imbastire una campagna internazionale che mi ha salvato. Fulgencio, l’ingegnere di Pisa originario della Guinea equatoriale e con passaporto italiano, invece se lo sono dimenticato tutti e lui resta là dentro.

Racconti la sua storia per favore.
Teodorino Nguema Oblang Mangue era mio socio in Guinea dove lavoravo, costruisco pezzi per l’industria edile, e ha montato un processo falso contro di me undici anni fa per appropriazione indebita. In carcere mi hanno tenuto in isolamento assoluto per 18 mesi, dentro un buco. Ogni volta che sono riusciti a sequestrarmi qualcosa che tramite alcuni militari riuscivo a farmi portare di nascosto, cellulari essenzialmente, mi davano 20 bastonate. Mi hanno sequestrato telefonini con cui tentavo far uscire mie notizie 13 volte, contate voi da soli quante bastonate ho preso. L’Italia non accettò uno scambio con la Guinea e mi hanno tenuto dentro. Fu l’intervento di Kofi Annan a salvarmi. Mi hanno tenuto in isolamento totale, una detenzione brutale, mi sono ammalato di malaria e di tifo, ho perso trenta chili.

Perché si era messo in affari con il vicepresidente della Guinea equatoriale, Teodorino?
Perché era l’unico modo di lavorare lì, la condizione che mi avevano messo era di costituire una società in cui mettere anche lui. Era il lasciapassare necessario. Succede che scopro un buco enorme nelle casse della mia società, aveva usato quei soldi per questioni personali sue, per far contenta una parente di Michael Jackson con cui era in rapporti stretti. Gli chiedo spiegazioni e lui mi fa arrestare, è accaduto nel gennaio del 2013. Il processo è stato tutto una finta, nessun documento, nulla.

È stato stabilito da un tribunale che i soldi li avesse fatti sparire Teodorino?
Sì, Da una Corte Penale Americana innanzitutto. Gli Stati Uniti emettono un mandato di cattura internazionale, l’Interpol comincia a studiare gli affari loschi di padre e figlio, i loro rapporti con aziende e politici occidentali. Un tribunale francese sequestra una loro casa a Parigi, conti correnti ed una collezione di auto di lusso. È un noto criminale e noi lo riceviamo come un ospite di riguardo. Io da quel buco di cella nella Guinea Equatoriale sono uscito vivo, ma di Fulgencio chi se ne occupa?

30 Gennaio 2024

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