L'intervista

L’Imam e Presidente della Comunità Islamica di Napoli Amar Abdallah: “Noi preghiamo per le vittime e vogliamo che non vengano più uccisi civili innocenti”

Il tema è la guerra esplosa tra Hamas e Israele: "Bisogna solo provare dolore per tutti i morti. Troppe le mistificazioni fatte dai media, le colpe sono dei governi". E sugli attentati in Europa: "Anche tra gli arabi c'è ignoranza, la religione islamica non ammette violenza". E sul futuro della Palestina: "Si può convivere in pace con pari regole e condizioni ma i territori occupati vanno liberati". Poi l'annuncio: "Venerdì ci sarà un'altra manifestazione organizzata dalla comunità palestinese"

Interviste - di Andrea Aversa

18 Ottobre 2023 alle 17:17 - Ultimo agg. 18 Ottobre 2023 alle 17:22

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Intervista all’ImamAmar Abdallah Presidente della Comunità Islamica di Napoli

Di origini palestinesi, vive a Napoli da tanti anni e da altrettanti è la guida spirituale della Comunità Islamica locale. L’Imam Amar Abdallah ci ha accolti nel suo studio, sito nella moschea di via Spaventa, nei pressi di Piazza Garibaldi. Il capoluogo campano ospita circa 40mila musulmani, in tutta la Regione Campania ce ne sarebbero più o meno 120 mila. Prima di iniziare la nostra conversazione, l’Imam ci ha offerto del the caldo: “È marocchino, fa parte della nostra tradizione. Ci fa piacere berlo in compagnia“.

La guerra, la storia e le vittime

Il tema dell’intervista è stato ovviamente quello della guerra scatenata da Hamas contro Israele e che ha scaturito la violenta reazione dello Stato Ebraico. Ad oggi il bilancio delle vittime è tragico, con centinaia di morti tra cui donne e bambini. Un argomento che ha richiamato quello storico dei territori occupati. Il prossimo venerdì (il 20 ottobre), la comunità palestinese cittadina ha organizzato una seconda manifestazione dopo quella della scorsa settimana.

Intervista all’Imam Amar Abdallah Presidente della Comunità Islamica di Napoli

Cosa ha pensato dopo l’attacco di Hamas, quale è stata la sua reazione e cosa sta facendo la Comunità Islamica di Napoli per i suoi fratelli in Palestina

Noi possiamo fare solo una cosa: pregare per le vittime. La Comunità Islamica è composta da persone, così come tutte le altre comunità religiose. Bisogna provare dolore per le ingiustizie, quelle che stanno subendo i palestinesi e per quelle di tutti gli altri“.

Dopo l’ultima manifestazione tenutasi qua a Napoli ci sono state delle polemiche. Chi ha protestato è stato accusato di non aver condannato Hamas

Esprimo un mio pensiero generale. Ho notato che c’è una differenza tra quello che penso e quello che leggo o vedo sulla stampa. I media stanno utilizzando la parola terroristi. Siamo sicuri che non siano dei resistenti? Ma questo a me non interessa. Quello che mi sta a cuore sono le centinaia di vittime innocenti, uomini, donne, bambini e anziani che stanno morendo sotto i bombardamenti. Gaza è una prigione a cielo aperto, diventata una trappola per i civili. Mancano acqua, cibo e medicine: cosa c’è di umano in tutto questo?“.

In futuro ci può essere convivenza pacifica tra arabi ed ebrei?

Certo, con le regole giuste che valgono per tutti si può e si deve vivere in pace e insieme. Ma devono esserci pari condizioni e soprattutto Israele deve lasciare i territori occupati e garantire i diritti ai palestinesi“.

Attribuisce qualche responsabilità anche ai regimi arabi in merito alle condizioni del popolo palestinese?

Le responsabilità sono politiche, quindi di tutti i governi. Occidentali e non“.

In Francia e in Belgio ci sono stati degli attentati. Negli Usa è stato ucciso un bimbo palestinese. C’è il rischio che la guerra possa aumentare il rischio di questi atti terroristici, oltre che l’odio per i musulmani e gli ebrei?

Purtroppo l’ignoranza esiste ed è ovunque. Queste persone sono magari dei giovani cresciuti male o poco integrati. Devono essere bravi a non esasperare il clima ed aumentare le tensioni. Anche i media devono farlo e mi riferisco alle fake news sui bambini decapitati. Allo stesso modo abbiamo visto le immagini di alcuni ostaggi rapiti da Hamas curati e trattati bene. Io di alcune cose ci capisco poco, mi occupo di religione e dico che ci sono persone innocenti che hanno diritto di vivere. Di sicuro chi vive in altri paesi ha il dovere di rispettare le regole di quello stato. Deve vivere in pace nella comunità che lo ha accolto, altrimenti è meglio che torna nel suo paese di origine. Del resto l’Islam non predica la violenza né dice di commettere attentati“.

La Comunità Islamica di Napoli è tra le più solide d’Italia ed è sempre pronta a promuovere l’integrazione. Lei che ne è la guida spirituale come fa ad evitare che qualche fedele possa incontrare la strada del radicalismo?

Noi abbiamo solo un dovere, il compito di trasmettere pace e tranquillità. I fedeli devono vivere in pace e in sicurezza. Questo vale per tutti. Possiamo e dobbiamo solo pregare. Io sono contro qualsiasi azione militare e di guerra“.

18 Ottobre 2023

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