Il doppio fronte di Meloni
Migranti a Lampedusa, oggi sull’isola von der Leyen con Meloni: la premier vuole la linea dura
Politica - di Redazione
Ursula von der Leyen risponde alla lettera-appello della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: la presidente della Commissione europea si recherà domani, assieme alla premier italiana, sull’isola di Lampedusa alle prese con l’ennesima crisi legate ai migranti.
A confermarlo su X (l’ex Twitter, ndr) il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, confermando una notizia battuta precedentemente dalle agenzie di stampa tedesche. Sarà una visita lampo perché già domenica sera von der Leyen atterrerà a New York dove resterà fino alla metà della prossima settimana per l’Assemblea Generale dell’Onu.
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President @vonderleyen will be travelling to Lampedusa tomorrow on the invitation of Italian PM Meloni.
— Eric Mamer (@MamerEric) September 16, 2023
In un video pubblicato sui social venerdì sera, Meloni aveva annunciato di aver scritto alla presidente della Commissione Ue “per chiederle di venire con me a Lampedusa per rendersi personalmente conto della gravità della situazione che affrontiamo, e per accelerare immediatamente la concretizzazione dell’accordo con la Tunisia trasferendo le risorse concordate. La presidente è sempre stata collaborativa e io non dubito che lo sarà anche stavolta”.
Sullo sfondo c’è ovviamente la questione degli sbarchi e l’intenzione della Meloni di non farsi scavalcare a destra dal suo vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.
Si legge in questo senso l’annuncio di una “linea dura” dell’esecutivo da parte della premier, che nel video di venerdì ha parlato della necessità di una “missione europea anche navale se necessario, in accordo con le autorità del Nordafrica, per fermare la partenza dei barconi”, tesi che ricorda sinistramente i “blocchi navali” da sempre ossessione e promessa elettorale di Fratelli d’Italia.
Una stretta che certifica paradossalmente il fallimento degli accordi presi col dittatore tunisino Kais Saied: la promessa di aiuti economici da parte dell’Europa non ha ‘convinto’ l’autocrate di Tunisi a fermare le partenze da Sfax, ormai principale porto di partenza dei barchini diretti verso Lampedusa e l’Italia.
Sul tavolo ci sono poi altre misure straordinarie che verrano prese lunedì 18 settembre in Consiglio dei ministri: una delle novità sarà la modifica del termine di trattenimento nei centri di permanenza per i rimpatri “di chi entra illegalmente in Italia”, da 12 a 18 mesi, il massimo consentito dalla normativa europea, come precisa la stessa premier. Una norma che non riguarderà i richiedenti asilo per i quali rimarrà di 12 mesi.
Lavoriamo ogni giorno per mantenere gli impegni che abbiamo sottoscritto con voi, in ogni ambito, a partire dal ripristino della legalità e nel contrasto all’immigrazione illegale. pic.twitter.com/taHCjmNapy
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) September 15, 2023
Nel frattempo si darà mandato alla Difesa di realizzare “nel più breve tempo possibile” nuove strutture per i migranti perché siano sufficienti a trattenere quelli entrati “illegalmente”. Le strutture dovranno essere costruite “in località a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili”.
Sempre oggi dalla Germania arriva la notizia della riattivazione da parte dell’esecutivo guidato da Olaf Scholz del meccanismo di solidarietà, recentemente sospeso da Berlino “perché l’Italia non ha mostrato alcuna volontà di riprendersi persone attraverso la procedura di Dublino”.
Il meccanismo di solidarietà era stato concordato tra alcuni paesi dell’UE, tra cui la Germania, nel giugno dello scorso anno. La Germania aveva inizialmente promesso di accogliere 3.500 richiedenti asilo provenienti da paesi particolarmente in difficoltà ai confini meridionali dell’Europa. Finora, 1.700 persone in cerca di protezione sono state trasferite attraverso il cosiddetto meccanismo volontario di solidarietà europea per completare la loro procedura di asilo in Germania. Di questi, circa 1.000 provengono dall’Italia e 670 da Cipro.