Nessuno si è scandalizzato
Le morti sul lavoro sono ordinaria amministrazione: dopo Brandizzo altri 20 morti per il capitalismo
Non è più una ideologia, il capitalismo, è una religione. Lo sfruttamento del lavoro, talvolta fino alla morte, è parte del suo Dna.
Cronaca - di Piero Sansonetti
Dopo la strage di Brandizzo, nella quale hanno perduto la vita cinque operai travolti da un treno, ci sono state altre 20 persone che sono morte sul lavoro. Potremmo fare un paragone, ad esempio, con la più famosa delle stragi politiche degli anni di piombo: piazza Fontana, a Milano (che è del natale del ’69). Ci furono 17 morti per una bomba in banca più un anarchico gettato dalla finestra della questura e ucciso. Quella strage provocò un cataclisma politico.
Invece dei venti morti del dopo-Bradizzo non se ne è occupato nessuno. (Neanche il nostro giornale). Perché? Ordinaria amministrazione. I nomi di 13 di loro li ha pubblicati qualche giorno fa il Fatto Quotidiano. Da quando è uscito quell’articolo ne sono crepati altri 7. Niente di eccezionale, intendiamoci: è il trend, con piccole oscillazioni, che si verifica ogni anno da 20 anni. Se facciamo un calcolo dal 2003 ad oggi sono 20 mila le persone che hanno perduto la vita sul lavoro. Il Presidente Mattarella, dopo la strage del treno, ha detto che queste morti sul lavoro non sono compatibili con la nostra civiltà.
Non diceva la verità. Sono compatibili e anzi sono necessarie al nostro sistema economico. È questa la ragione per la quale un morto sul lavoro non fa notizia (fa più notizia un incidente stradale). Perché è considerato fatto normale, naturale e necessario. Avete sentito quante grida, da sinistra e da destra, dopo Brandizzo? Beh, tutta ipocrisia. Il giorno dopo si è tornati a lavorare e a morire. Come sempre. La statistica ci dice che 200 o 300 persone che oggi sono al lavoro, non festeggeranno il prossimo Natale perché un incidente gli strapperà via la vita. Più o meno 3 al giorno.
Di chi è la colpa? Beh, se vogliamo dire le cose vere vere, la colpa è del capitalismo. Lo sfruttamento del lavoro, talvolta fino alla morte, è parte del suo Dna. Da quando è caduto il muro di Berlino non si può più dire male del capitalismo. Nessuno osa dirne male. Non è più una ideologia, il capitalismo, è una religione. Beh, io penso che finché non ci decideremo a tornare a mettere in discussione il capitalismo, lo sfruttamento, le morti, l’enorme aumento delle diseguaglianze, sarà del tutto inutile dolersi delle stragi di Brandizzo.