Il question time
Caso Almasri, Nordio insiste: “Nessuna bugia”. Ma il Pd insorge: “Liberato un torturatore, si vergogni”
Nordio al question time sul caso Almasri: “Mai mentito al Parlamento”. I dem: “Sapevate dell’arresto, liberarlo è stata una decisione politica”
Politica - di Angela Stella
“Nessuna menzogna al Parlamento” sul caso Almasri, ha detto ieri il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, durante il question time alla Camera. “La notizia informale dell’arresto – ha proseguito il Guardasigilli – era arrivata la domenica, ma la relativa documentazione a supporto perveniva al ministero solo lunedì 20 gennaio alle ore 12.40 dalla procura generale di Roma. Non c’è nulla di nuovo e nessuna menzogna al parlamento”.
Ha poi aggiunto: “Sul caso Almasri, dove io sono indagato, e quindi tenuto al segreto istruttorio, io ho già reso un’informativa in Parlamento in data 5 febbraio. Non c’è nulla di nuovo e nessuna menzogna al Parlamento. Mi stupisco che da articoli di stampa, che riportano notizie che dovrebbero essere segrete, nasca questa petulante litania. Almeno per rispetto del Tribunale dei ministri, aspettiamo le sue decisioni con rispetto, aspettiamo la pubblicazione degli atti, dopodiché, venuto meno il segreto istruttorio, sarà nostro compito riferire in Parlamento aprendo un dibattito che si concluderà secondo le norme costituzionali, se sarà necessario”.
Il Guardasigilli è stato chiamato dal Pd a rispondere ad una interrogazione sul caso Almasri appunto.
Nell’atto di sindacato ispettivo si partiva dalla premessa che il Ministero della Giustizia sarebbe stato a conoscenza dei fatti riguardanti l’arresto del generale libico ricercato dalla Corte dell’Aja già dal giorno dell’arresto, avvenuto il 19 gennaio a Torino, e non il giorno dopo. Nonostante questo, è stato fatto tornare su un nostro aereo di Stato nel suo Paese “non avendo il ministro della giustizia Carlo Nordio firmato un mandato di arresto, nonostante il suo gabinetto fosse stato immediatamente informato”.
Alla risposta di Nordio ha replicato la responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani: “Noi non le abbiamo chiesto notizie sulla vicenda giudiziaria perché non ci compete, ma sull’evidente responsabilità politica da cui lei non può sfuggire. Voi sapevate dal 19 e avete ritenuto politicamente di liberare un criminale torturatore, violentatore di bambini. Ma lei non si vergogna ad essere un ministro che lo ha fatto riaccompagnare a casa con un volo di Stato? E poi mi fa sorridere questa sua attenzione al segreto, perché accanto a lei siede un sottosegretario alla Giustizia (Delmastro, ndr) che è stato condannato ad otto mesi per rivelazione di segreto d’ufficio. E allora dovrebbe chiedere un passo indietro proprio di quel sottosegretario”.